{"id":10,"date":"2022-01-07T14:46:52","date_gmt":"2022-01-07T13:46:52","guid":{"rendered":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/costaconcordia\/?page_id=10"},"modified":"2022-06-23T10:44:43","modified_gmt":"2022-06-23T08:44:43","slug":"il-naufragio-e-la-notte","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/costaconcordia\/","title":{"rendered":"Il naufragio e la notte"},"content":{"rendered":"

[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1641567370151{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/costaconcordia\/wp-content\/uploads\/sites\/4\/2022\/01\/costaconcordia01.jpg?id=80) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box”][vc_column][vc_column_text el_class=”text-white”]<\/p>\n

Inchiesta<\/h3>\n

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Concordia: il naufragio della nave, 10 anni dopo<\/h1>\n

[\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” el_class=”inline-menu”][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJDb3N0YUNvbmNvcmRpYSUyMiU1RA==[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space height=”64px”][vc_column_text]<\/p>\n

L’INCHINO MALEDETTO<\/h3>\n

[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n

Quella notte, dieci anni fa: apocalisse Concordia<\/h2>\n

[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n

di Cristina Rufini | 11 gen 2022<\/p>\n

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Sono le 21:46 del 13 gennaio 2012. La nave da crociera della Costa si schianta contro un gruppo di scogli davanti all\u2019isola del Giglio. Trentadue morti, un dramma infinito in presa diretta<\/h4>\n

[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]\u201cA dritta. Altrimenti andiamo sugli scogli\u201d. Sono le 21 e 43 del 13 gennaio 2012 quando il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, 60 anni, sul ponte di comando, si rivolge al timoniere Jacob Rusli Bin<\/strong>, scherzando, per correggere un ordine che non era stato compreso, mentre la nave sta andando alla velocit\u00e0 di 16 nodi verso la costa dell\u2019Isola del Giglio, dopo che lo stesso comandante aveva modificato la rotta pianificata alla partenza da Civitavecchia, per fare l\u2019inchino all\u2019isola.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” css=”.vc_custom_1641836961241{background-color: #000000 !important;}”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTIyaHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdkaTguanMlMjIlMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTIyeDg3MDZicCUyMiUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3YWRzQ29uZmlnJTVCYWRzUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b24lMjclM0UlM0MlMkZzY3JpcHQlM0U=[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_empty_space height=”64px”][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_column_text]E\u2019 una battuta, in quel momento. Ma due minuti dopo, esattamente alle 21:45\u2019:07\u201d, il transatlantico da crociera con 4229 persone a bordo<\/strong> tra passeggeri e membri dell\u2019equipaggio, impatta con un piccolo scoglio del gruppo Le Scole. La collisione taglia letteralmente il lato sinistro della nave, provocando uno squarcio di oltre cinquanta metri e causando quasi subito un blackout, per poi mettere fuori uso in pochi minuti i compartimenti della nave dove si trovavano i motori. La collisione<\/strong> nel buio fa piombare quel gigante e tutte le sue persone a bordo nelle braccia della signor\u00eca della morte.<\/p>\n

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S\u00ec, perch\u00e9 di l\u00ec a poco accade ci\u00f2 che neanche nei migliori romanzi di fantascienza si sarebbe potuto immaginare: una piccola isola, del Tirreno, bellissima, con novecento anime appena, invasa nel buio della notte da quattromila persone, molte ferite, tutte spaventate, alcune in cerca dei propri cari che non vedranno pi\u00f9. \u201cUn\u2019apocalisse\u201d, \u00e8 l\u2019immagine con cui in questi dieci anni Sergio Ortelli<\/strong>, allora come oggi sindaco dell\u2019Isola del Giglio, utilizza per rappresentare quella notte.<\/p>\n

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\u201cFui avvertito di una nave in avaria intorno alle 22.30 dal comandante della polizia municipale \u2013 racconta Ortelli -. Mi diressi verso il porto e a un certo punto iniziai a vedere la nave, ancora illuminata, inclinata a malapena, non potevo immaginare. Poi l\u2019arrivo al molo che piano piano si riempiva di naufraghi, con gli occhi sbarrati e spaventati. Che chiedevano aiuto. Il recupero delle prime tre vittime<\/strong>, i soccorsi: da l\u00ec la percezione reale della tragedia immane, dell\u2019apocalisse appunto. Io per\u00f2 ho continuato a lavorare, a organizzare per accoglierli: abbiamo aperto le chiese, le scuole e i gigliesi, gli schivi gigliesi, gente di mare, hanno messo a disposizione le proprie case e hanno accolto i naufraghi, rifocillati, mentre io continuavo a fare, a organizzare. Per almeno tre giorni senza fermarmi un attimo a pensare che cosa era accaduto, al perch\u00e9 era capitata una simile tragedia e proprio qui al Giglio<\/strong>\u201d.[\/vc_column_text][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/3″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_separator type=”normal” el_class=”separator-quote” up=”32″ down=”32″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/4″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/2″][vc_column_text]<\/p>\n

\u201cUn\u2019apocalisse\u201d, \u00e8 l\u2019immagine con cui in questi dieci anni Sergio Ortelli, allora come oggi sindaco dell\u2019Isola del Giglio, utilizza per rappresentare quella notte.<\/h5>\n

[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/4″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/3″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space height=”64px”][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_column_text]Mentre sull\u2019isola la macchina dei soccorsi<\/strong> si mette in moto celermente ed efficaciemente, in mare la Concordia<\/strong> sta per adagiarsi sempre pi\u00f9 verso gli scogli di punta Gabbianara dove, qualcuno dall\u2019Alto, fortunatamente la guida facendo spirare vento di grecale che la spinge verso la costa. Sarebbe bastato fosse affondata qualche decina di metri pi\u00f9 distante dalla costa per raccontare un\u2019altra storia. Altri numeri di vittime. Invece lei, con il suo carico di passeggeri terrorizzati in cerca di scampo, si aggrappa a quel fondale scoglioso. E quando accade, purtroppo, a bordo ci sono ancora passeggeri e membri dell\u2019equipaggio che non sono riusciti a mettersi in salvo a causa di un\u2019emergenza ammessa troppo tardi: alcuni schiacciati tra la nave e la roccia<\/strong> dopo aver cercato scampo in mare, non avendo trovato posto sulle scialuppe strapiene di naufraghi, altri annegati lungo i corridoi dei ponti diventati pozzi infernali per l\u2019acqua imbarcata.[\/vc_column_text]

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\n\n\t \n Continua la lettura <\/span>\n<\/span>\n\n \n <\/span>\n <\/span>\n <\/span>\n<\/span>\n<\/h6>\n
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\n [vc_column_text]Trentadue<\/strong> le vittime del naufragio, la pi\u00f9 piccola Dayana Arlotti<\/strong>, poco pi\u00f9 di 5 anni, morta abbracciata al padre Williams. E nel frattempo il comandante, fino a quando rimane sul ponte di comando, perso completamente il controllo della situazione, sta cercando di minimizzare quanto accaduto con i vertici di Costa e con le Capitanerie di Porto. Nelle conversazioni con Roberto Ferrarini<\/strong>, allora responsabile a terra della flotta di Costa, il comandante racconta prima di un black-out, poi solo dopo le 22 dell\u2019avaria di alcuni motori dovuti a un impatto con un basso fondale, perch\u00e9 si era avvicinato alla costa per compiacere un ma\u00eetre gigliese che lo aveva \u2018implorato\u2019 di fare il saluto all\u2019isola<\/strong>. E chiede rimorchiatori, il comandante, ma nessuna comunicazione di una falla, cui sarebbe dovuto seguire l\u2019annuncio prima dell\u2019emergenza generale e l\u2019abbandono nave poi. Comunicazioni che secondo quanto accertato dalla verit\u00e0 giudiziaria, avvengono con colpevole ritardo, tanto da creare il caos a bordo e la confusione nell\u2019abbandono della nave<\/strong>.<\/p>\n

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Poco prima della mezzanotte, dopo essere passato dalla sua cabina per recuperare un giubbotto e alcuni documenti, Schettino<\/strong> insieme ad altri sale su una lancia e raggiunge gli scogli della Gabbianara<\/strong>, da dove prosegue le comunicazioni, non chiare a dir poco, con gli ufficiali della Capitaneria di porto di Livorno che stanno cercando di capire quante persone siano ancora a bordo della balena d\u2019acciaio ferita a morte.
\nA mezzanotte e trenta quasi, Schettino parla di nuovo con la Capitaneria da dove gli viene chiesto il numero esatto delle persone ancora a bordo\u2026 Lui cerca di rassicurare ma, messo alle strette da chi sa gi\u00e0 che sulla Concordia che sta affondando<\/strong> ci sono ancora centinaia di anime in cerca di scampo, racconta che effettivamente anche lui da una lancia sta cercando di recuperare persone finite in mare. E\u2019 gi\u00e0 sugli scogli, invece, in salvo a guardare la nave che stava affondando. E ai ripetuti inviti<\/strong> del capitano Gregorio De Falco di recarsi vicino alla nave per controllare quante persone ancora ci fossero, lui replica che non pu\u00f2 e che \u00e8 stato costretto a scendere dalla nave perch\u00e9 catapultato su una scialuppa.
\nSulla scogliera Schettino viene raggiunto anche dal comandante della Municipale del Giglio Roberto Galli<\/strong>, che si offre di accompagnarlo al porto da cui avrebbe potuto imbarcarsi per raggiungere la Concordia e coordinare i soccorsi. Schettino rifiuta, preferendo rimanere l\u00ec a \u201ccontrollare l\u2019evoluzione della situazione\u201d. Nel frattempo a bordo del relitto che sta affondando sono saliti il vicesindaco Mario Pellegrini che insieme all\u2019ufficiale cartografo Simone Canessa salver\u00e0 centinaia di persone.
\n\u201cMi sono sempre chiesto in questi anni \u2013 confida oggi il sindaco Ortelli \u2013 se il mio s\u00ec alla richiesta di Mario di andare a vedere a bordo non fosse stato affrettato. Fu una decisione repentina, rischiosa certo, ma la situazione stava degenerando<\/strong> e nessuno dava informazioni precise, e io dovevo sapere che cosa era realmente accaduto\u201d.<\/p>\n

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All\u20191.46 la pi\u00f9 famosa delle telefonate<\/strong> di quella notte, drammaticamente famosa, ancora tra Schettino e il comandante della Capitaneria livornese De Falco che, ormai spazientito, gli intima di portarsi sul lato sinistro, dove ancora ci sono persone \u2013 le famose formichine di alcuni filmati che scendono lungo la parete rimasta emersa della Concordia \u2013 che cercano scampo e di risalire lui a bordo lungo la biscaggina\u2026 In questa conversazione il famoso \u201cSalga a bordo, cazzo<\/strong>\u201d. Neanche questo serve a convincere uno Schettino completamente \u2018andato\u2019. Una volta raggiunto il molo del Giglio a bordo di un gommone, il comandante non risale pi\u00f9 sulla sua nave abbandonata poco prima di mezzanotte. Lo fa al suo posto il safety Martino Pellegrini, che riesce a scalare quella stessa biscaggina che era stata indicata a Schettino e che prima era servita al comandante provinciale dei vigili del fuoco di Grosseto, Ennio Aquilino, per arrampicarsi sulla Concordia e prendere il comando delle operazioni di soccorso che si concludono poco prima delle 6 del mattino di sabato 14 gennaio, con l\u2019ultimo ufficiale a scendere, il cartografo Simone Canessa. Lo stesso che aveva modificato la rotta, su indicazione di Schettino prima di partire da Civitavecchia. Variazione che Schettino ha sempre raccontato di aver fatto per accontentare il maitre Antonello Tievoli per un saluto alla sua isola<\/strong>. Ma, come detto, se fosse stata mantenuta la rotta pur modificata e gi\u00e0 vicina alla costa disegnata da Canessa, oggi racconteremmo un altro epilogo. O forse non racconteremmo nulla, se non un passaggio un po\u2019 pi\u00f9 vicino al Giglio di una nave da crociera.<\/p>\n

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Schettino ha voluto osare\u2026 Ha spinto al massimo l\u2019acceleratore per avvicinarsi il pi\u00f9 possibile. Sotto gli occhi, chiss\u00e0 se divertiti, della sua compagnia femminile di quella sera, la moldava Domnica Cemortan<\/strong> che aveva cenato con lui poco prima al ristorante del ponte 11 per poi accompagnarlo a salutare il Giglio. Lei rientrer\u00e0, come migliaia e migliaia di naufraghi a Porto Santo Stefano, la mattina del sabato a bordo dei traghetti che per ore quel giorno fanno la spola per trasportare passeggeri ed equipaggio dal Giglio alla terraferma. Schettino<\/strong> viene recuperato sull\u2019isola, trasportato a Porto Santo Stefano per essere interrogato<\/strong> prima e poi posto in stato di fermo quello stesso sabato. Rimarr\u00e0 in carcere<\/strong> a Grosseto fino al 17 gennaio.[\/vc_column_text] <\/div>\n<\/div><\/div>[\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” css=”.vc_custom_1641836961241{background-color: #000000 !important;}”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTIyaHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdkaTguanMlMjIlMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTIyeDg2enUxOSUyMiUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3YWRzQ29uZmlnJTVCYWRzUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b24lMjclM0UlM0MlMkZzY3JpcHQlM0U=[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_empty_space height=”64px”][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_column_text]<\/p>\n

De Falco, Schettino e la telefonata nel cuore della notte: \u201cCi sono persone intrappolate, adesso lei risale a bordo\u201d<\/h2>\n

[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n

di Francesco Marinari | 11 gen 2022<\/p>\n

[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]Una telefonata<\/strong> che ha cambiato il destino di molte persone. Una delle registrazioni telefoniche pi\u00f9 mediatiche della storia italiana. Il colloquio tra l\u2019allora capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio Maria De Falco e Francesco Schettino<\/strong>, comandante della Costa Concordia che stava inclinandosi finendo poi, su un fianco, sugli scogli di fronte al porto dell\u2019Isola del Giglio<\/strong>. Sono le 1.46 della notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012. Nella miriade di comunicazioni di quelle ore, con le forze di Protezione Civile impegnate in parte a soccorrere i passeggeri e in parte sulla via per il Giglio per le imponenti operazioni, c\u2019\u00e8 appunto la telefonata tra Schettino e De Falco, che stava coordinando le operazioni di soccorso. Il primo viene incalzato dal secondo. De Falco capisce che la situazione \u00e8 molto pi\u00f9 grave<\/strong> di quella che Schettino spiega. Il tono di De Falco \u00e8 fermo: \u201cAscolti Schettino – \u00e8 l\u2019inizio della telefonata – Ci sono persone intrappolate a bordo<\/strong>. Adesso lei va con la sua scialuppa sotto la prua della nave lato dritto. C\u2019\u00e8 una biscaggina. Lei sale su quella biscaggina e va a bordo della nave. Va a bordo e mi riporta quante persone ci sono. Le \u00e8 chiaro?\u201d
\nDe Falco sa che Schettino \u00e8 sceso dalla nave<\/strong>, cosa che un comandante non dovrebbe fare. Schettino parla del buio e della nave inclinata, condizioni che gli impediscono di tornare a bordo. \u00abChe sta facendo comandante?\u00bb, chiede De Falco. \u00abSto qua per coordinare i soccorsi\u2026\u00bb, dice Schettino. \u00abLei vada a bordo, \u00e8 un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni. Lei ha dichiarato l\u2019abbandono nave, adesso comando io. Lei vada a bordo!<\/strong> E\u2019 chiaro? Non mi sente? Vada, mi chiami direttamente da bordo. Ci sta il mio aerosoccorritore l\u00ec\u00bb.[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n

Ascolta la telefonata<\/h5>\n
De Falco \u2013 Schettino<\/h5>\n

[\/vc_column_text][vc_empty_space height=”16px”][vc_raw_html el_class=”audio-box”]JTNDYXVkaW8lMjBjb250cm9scyUyMHNyYyUzRCUyMiUyRmNvc3RhY29uY29yZGlhJTJGd3AtY29udGVudCUyRnVwbG9hZHMlMkZzaXRlcyUyRjQlMkYyMDIyJTJGMDElMkZ0ZWxlZm9uYXRhLWRlLWZhbGNvLXNjaGV0dGluby5tcDMlMjIlM0UlMEFZb3VyJTIwYnJvd3NlciUyMGRvZXMlMjBub3QlMjBzdXBwb3J0JTIwdGhlJTIwJTNDY29kZSUzRWF1ZGlvJTNDJTJGY29kZSUzRSUyMGVsZW1lbnQuJTBBJTNDJTJGYXVkaW8lM0U=[\/vc_raw_html][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]I toni sono drammatici. Trentadue persone stanno morendo<\/strong> e De Falco continua a incalzare il comandante della Costa Concordia: \u201cGuardi Schettino che lei si \u00e8 salvato forse dal mare ma io la porto\u2026 veramente molto male\u2026 le faccio passare un\u2019anima di guai. Vada a bordo, cazzo!<\/strong>\u201d.
\n\u201cVolevo salvare le persone a bordo, sapevano che c\u2019erano molte persone in pericolo\u201d, dir\u00e0 poi De Falco negli anni successivi. Due anni dopo quella telefonata De Falco fu rimosso<\/strong> dai compiti operativi e spostato a compiti pi\u00f9 amministrativi, sempre a Livorno. Fece ricorso al Tar perch\u00e9 giudic\u00f2 persecutorio quell\u2019atto da parte della Marina, ricorso che fu definito inammissibile. Ha poi lavorato a Nisida, in Campania, al comando logistico della Marina Militare.<\/p>\n

 <\/p>\n

Ma c\u2019\u00e8 un\u2019altra telefonata<\/strong> di quella notte che sal\u00ec alle cronache e che ancora oggi viene molto ascoltata su youtube. E\u2019 quella, che precede la chiamata con De Falco, tra Schettino e il comandante delle Capitanerie Leopoldo Manna, che parla da Roma. Il tono \u00e8 pi\u00f9 pacato, il comandante Manna<\/strong> ascolta il racconto di Schettino che riferisce cosa \u00e8 accaduto. Schettino non parla della collisione con gli scogli del Giglio ma di un generale black out che poi ha portato la nave a imbarcare acqua. Solo nel corso della telefonata il comandante Manna riesce a far ammettere a Schettino che c\u2019\u00e8 stata una collisione<\/strong>.[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n

Ascolta la telefonata<\/h5>\n
Schettino \u2013 Manna<\/h5>\n

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