{"id":836,"date":"2022-02-15T17:54:29","date_gmt":"2022-02-15T16:54:29","guid":{"rendered":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/manipulite\/?page_id=836"},"modified":"2022-03-17T11:13:42","modified_gmt":"2022-03-17T10:13:42","slug":"cosa-rimane","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/manipulite\/cosa-rimane\/","title":{"rendered":"Cosa rimane"},"content":{"rendered":"
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1647512006154{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/manipulite\/wp-content\/uploads\/sites\/9\/2022\/03\/Mani-Pulite-copertine-2-1.jpg?id=1024) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box”][vc_column][vc_empty_space height=”64px” el_class=”header-image-space”][vc_column_text]<\/p>\n
[\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” el_class=”inline-menu”][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJNYW5pUHVsaXRlJTIyJTVE[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=”” el_class=”accordion-indice-articoli”][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space]
[\/vc_column_text] <\/div>\n<\/div><\/div>[\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_separator type=”normal”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=”” el_id=”L-eredit\u00e0-di-Tangentopoli”][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n
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di Andrea Morleo<\/p>\n
[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]Tangentopoli \u00e8 il pi\u00f9 grande scandalo dell\u2019Italia repubblicana, ha lasciato un\u2019impronta indelebile e duratura nella storia del nostro Paese come nessun altro evento e ha tracciato un “prima” e un “dopo”<\/strong>. A ben guardare Mani Pulite \u00e8 stato per il nostro Paese quello che per gli Stati Uniti ha rappresentato il Watergate, il momento in cui il lato oscuro della politica si manifesta in tutta la sua dolorosa evidenza. Quella stagione convulsa di arresti, avvisi di garanzia, confessioni, titoloni sui giornali, suicidi e processi ha lasciato un\u2019Italia prima ferita e smarrita, poi arrabbiata ma alla fine incapace di trasformare quell\u2019indignazione in un processo di ricostruzione della democrazia su basi pi\u00f9 \u201csane\u201d. Quel trauma collettivo in fondo non \u00e8 mai stato metabolizzato e l\u2019auspicata rivoluzione culturale non \u00e8 mai avvenuta, nonostante i venti di rinnovamento che in quegli anni spiravano insieme al crollo del Muro di Berlino.<\/p>\n <\/p>\n A distanza di trent\u2019anni molti vizi della Prima Repubblica rimangono tuttora irrisolti<\/strong>: la disaffezione politica semmai \u00e8 aumentata, la corruzione rimane questione attualissima come la crisi dei partiti a cui, novit\u00e0 di questi ultimi tempi, si \u00e8 aggiunta quella della magistratura verso cui gli italiani avevano affidato le loro speranze di rinnovamento. La nemesi perfetta, si direbbe, di un Paese dove \u00abtutto cambia perch\u00e9 nulla cambi\u00bb. E anzi oggi gli italiani appaiono ormai rassegnati, pi\u00f9 disincantati cinici che mai come se il trauma di Tangentopoli sia stato curato con l’elettroshock quando invece sarebbe servita una grande e collettiva seduta psicanalitica.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”839″ img_size=”full” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n <\/p>\n Mani Pulite segna l\u2019inizio della fine della Prima Repubblica, che la storiografia fa coincidere con le elezioni politiche del 27 marzo 1994, le prime con il “mattarellum” e un sistema bipolare in stile anglosassone che per la verit\u00e0 da noi non ha mai attecchito.\u00a0In realt\u00e0 \u00e8 l\u2019arresto di Mario Chiesa (17 febbraio 1992) il prodromo della caduta del sistema politico e lo sbriciolamento dei partiti che avevano retto la Repubblica dal 1948 al 1993. Anche oggi per la verit\u00e0 i partiti della Seconda Repubblica non godono di grande salute: la distanza tra rappresentanti e rappresentati \u00e8 sempre pi\u00f9 evidente e l\u2019affluenza alle ultime elezioni politiche 2018 – 72,93% alla Camera e 72,99% al Senato, la pi\u00f9 bassa nella storia repubblicana – ne \u00e8 un chiaro indizio. Il governo tecnico dell\u2019ex banchiere Mario Draghi e l\u2019imbarazzante settimana di valzer quirinalizio che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella mettono l\u2019inequivocabile sigillo a questa fragilit\u00e0.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n La cronaca giudiziaria degli ultimi trent\u2019anni – dal Mose a Expo 2015, passando per il G8 alla Maddalena – dimostra che politici e imprenditori continuano a fare affari illeciti insieme. Con una differenza di stile, se vogliamo: una volta le bustarelle si intascavano\u00a0per il partito, oggi ognuno lavora pro domo sua. Il che ha portato a situazioni grottesche al limite del surreale come la vicenda di Claudio Scajola (Forza Italia), costretto a dimettersi da ministro, finito a processo (poi assolto) per quella la casa con vista Colosseo acquistata \u201ca sua insaputa\u201d dall\u2019imprenditore Diego Anemone a un prezzo di un terzo inferiore a quello reale. Per non parlare di quei consiglieri regionali lombardi condannati \u2013 l\u2019operazione non a caso si chiama Rimborsopoli – per aver inserito tra i rimborsi spese il conto del pranzo di nozze della figlia o lo scontrino della Nutella acquistata al supermercato. E cosa dire dei 49 milioni di euro spariti dai conti della Lega, che ha cancellato dal nome la parola\u00a0 \u201cNord\u201d ma \u00e8 sempre quella fondata dal \u201csenatur\u201d nel 1991 al grido di \u201cRoma ladrona\u201d?<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n In questi giorni centinaia di truffatori risultano indagati per avere percepito illecitamente miliardi di euro distribuiti con il Superbonus per l’edilizia. E allora oggi ad approfittarsi dei soldi pubblici (ovvero soldi nostri) non \u00e8 stata solo la tanto vituperata “casta” dei politici ma anche imprenditori senza scrupolo che truffano lo Stato (sempre noi) e anzi lo deridono pensando come aggirare leggi mal scritte, proprio come i loro “colleghi” che brindavano all’indomani del terremoto 2009 e ai possibili affari sporchi dietro la ricostruzione dell’Aquila. Ancora una volta Mani Pulite sembra non avere insegnato nulla.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Cos\u00ec non stupisce se nell\u2019opinione pubblica c\u2019\u00e8 la sensazione che in realt\u00e0 dal 1992 non sia cambiato molto. Da una recentissima indagine di Demos-Libera sulla percezione della corruzione e delle mafie sei cittadini intervistati su dieci ritengono che i due fenomeni siano lo specchio della societ\u00e0. L\u2019intreccio tra politica e corruzione resta fortemente radicato nell\u2019immaginario dei cittadini, una \u201cpatologia nazionale\u201d. A posteriori questa rassegnazione \u00e8 di per s\u00e9 una sconfitta per l\u2019inchiesta che scoperchiando il sistema corruttivo con cui si finanziavano i partiti ne denunciava il tradimento della loro funzione democratica, l\u2019affermarsi di una cultura fondata sul privilegio, sulla sopraffazione. Dal sondaggio emerge un\u2019Italia che assomiglia pi\u00f9 a una repubblica sudamericana perch\u00e9 cos\u00ec la percepisce il suo stesso popolo, quello che avrebbe dovuto guidare il cambiamento e che invece si rassegna. E questo \u00e8 ancora pi\u00f9 preoccupante sullo stato di salute della nostra democrazia.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Il malaffare della politica denunciato da Tangentopoli ha dato vita anche a una reazione opposta e contraria, che a sua volta \u00e8 diventata sempre pi\u00f9 una costante nella Seconda repubblica: l\u2019antipolitica che trova terreno fertile nel populismo. Nel 1994 Silvio Berlusconi si propone come l\u2019imprenditore del fare, estraneo alle logiche della vecchia politica e poco importa se il Cavaliere negli anni della “Milano da bere” abbia costruito la sua fortuna imprenditoriale proprio grazie alla solida amicizia con Bettino Craxi e il suo rampante Psi. L’inchiesta Mani Pulite produce anche un modo nuovo di fare politica, uno story-telling che si fonda su un messaggi semplici e diretti alla \u201cpancia\u201d del popolo arrabbiato, meglio ancora se irriverente come il \u201ccelodurismo\u201d di Umberto Bossi che con la sua Lega Nord si presenta come l\u2019alternativa al sistema, chiedendo addirittura la secessione da Roma con tanto di \u201ccanotta\u201d nazionalpopolare a rimarcare la distanza dalla \u201ccasta\u201d. Beppe Grillo invece preferir\u00e0 i \u201cVaffa Day\u201d per menar picconate ancora una volta al sistema dei partiti mentre Matteo Renzi inaugurer\u00e0 la stagione della \u201crottamazione\u201d in casa Pd. Tutti a fare i Masaniello e pensare che invece, direttamente o attraverso i loro partiti, continuano a occupare la stanza dei bottoni.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″ offset=”vc_hidden-xs”][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTI3aHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdvcjcuanMlMjclMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTI3eDg3eDRwbSUyNyUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3Y3VzdG9tQ29uZmlnJTVCY3VzdG9tUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b2ZmJTI2bXV0ZSUzRHRydWUlMjclM0UlM0MlMkZzY3JpcHQlM0U=[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner offset=”vc_hidden-lg vc_hidden-md vc_hidden-sm”][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTI3aHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdvcjcuanMlMjclMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTI3eDg3eDRwbSUyNyUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3Y3VzdG9tQ29uZmlnJTVCY3VzdG9tUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b2ZmJTI2bXV0ZSUzRHRydWUlMjclM0UlM0MlMkZzY3JpcHQlM0U=[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Le-critiche-all-inchiesta” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Mauro Cerri<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]La critica pi\u00f9 pungente a Mani Pulite, se di ci\u00f2 si pu\u00f2 parlare, \u00e8 una sorta di autocritica<\/strong>. La pronunci\u00f2 Francesco Saverio Borrelli, l’ex procuratore capo di Milano, alla guida del pool di magistrati che lavorarono alla pi\u00f9 importante e discussa inchiesta italiana sulla corruzione, durante la presentazione di un libro nel 2011, quando al governo c’era Silvio Berlusconi. \u00abScusate per il disastro seguito a Mani Pulite. Non valeva la pena buttare all\u2019aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale\u00bb, disse Borrelli gelando la platea e infiammando il dibattito pubblico dei giorni successivi.<\/p>\n <\/p>\n Pi\u00f9 che una stoccata alla gigantesca e \u00abdoverosa\u00bb – parafrasando il mantra di\u00a0 Di Pietro – indagine su Tangentopoli, che frutt\u00f2 oltre 25.000 avvisi di garanzia, 4.000 arresti e migliaia di confessioni e condanne, abbattendo il sistema partitico nato nel dopoguerra, quella del magistrato morto a 89 anni nel 2019 parve come una condanna a ci\u00f2 che ne segu\u00ec: una nuova era politica e amministrativa non certo migliore di quella sepolta dagli atti dell’inchiesta. Una Seconda Repubblica, in altre parole, difficilmente confutabili, in perfetta continuit\u00e0 con la Prima quanto a corruzione e illegalit\u00e0 sistemica<\/strong>.\u00a0 E le cronache degli ultimi trent’anni sono l\u00ec a dimostrarlo.<\/p>\n <\/p>\n Ma le parole di Borrelli, sospese tra sarcasmo e denuncia, suonarano a qualche orecchia come un segnale di “pentimento”, alimentando le ragioni del partito dei revisionisti cui gli iscritti non mancano mai. Al di l\u00e0 delle considerazioni sull’eredit\u00e0 politica e morale di Tangentopoli, delle valutazioni troppo volte interessate sul prima e sul dopo, esistono e resistono critiche attorno all’operato del pool e in particolar modo al metodo perseguito dai magistrati milanesi.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”841″ img_size=”full” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n <\/p>\n Argomentate contestazioni, fatte proprie da autorevoli giuristi, sulle storture e gli eccessi procedurali dell’inchiesta che richiamano alla memoria espressioni come “il tinitinnare di manette” e “la giustizia a orologeria”, largamente utilizzate dai titolisti dell’epoca. Di cosa parliamo? Dell’abbondante ricorso alla carcerazione preventiva, come leva per ottenere, se non addirittura “estorcere”, la confessione dell’indagato. In buona sostanza, per i detrattori, l’impianto accusatorio poggiava su ammissioni di colpa degli inquisiti rilasciate\u00a0 sotto evidente pressione psicologica. Della serie, “o fai i nomi\u00a0 o resti dentro”.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n \u00abNon vi \u00e8 dubbio che la stagione di Mani Pulite ha acceso speranze in un cambio della politica\u00a0 – scrive l\u2019avvocato Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, nella prefazione del libro di Mario Consani “Tangentopoli per chi non c’era\u201d – in una vera lotta alla corruzione che aveva corroso nel profondo il sistema Paese. Ma non si possono dimenticare anche degenerazioni e errori compiuti in quel periodo. Da avvocato che ha seguito professionalmente molti processi di Mani Pulite mi sono chiesto pi\u00f9 volte se in quella stagione si sia operato una sorta di \u201crito ambrosiano\u201d, come qualcuno ha scritto, o se ci sia stata semplicemente, e giustamente, una severa, ma corretta, applicazione della legge. Credo che la risposta sia, come spesso accade, in una via di mezzo\u00bb. \u00abUn tema molto dibattuto – prosegue – \u00e8 stato quello relativo all\u2019 uso eccessivo della carcerazione preventiva; ci furono infatti molti arresti, non raramente senza che vi fossero i presupposti previsti dalla legge ma finalizzati a dichiarazioni accusatorie degli indagati, ancora oggi alcune vicende lasciano pi\u00f9 di un dubbio\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Dal canto suo, Antonio Di Pietro ha sempre risposto piccatamente, ricordando quei giorni di lavoro frenetico, giorno e notte, tra bilanci da analizzare, verbali da stendere\u00a0 e code di imprenditori impalliditi fuori dal suo ufficio pronti a confessare per la paura di finire a San Vittore: \u00abLa carcerazione preventiva? Era l\u2019unico modo che avevamo per fare in modo che gli indagati non inquinassero o nascondessero le prove, facendo sparire i documenti scottanti\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Come in ogni grande inchiesta che si rispetti, non pu\u00f2 mancare la teoria del complotto denunciata a gran voce ancora oggi da tanti ex socialisti e non solo. Il Psi, il partito pi\u00f9 colpito dalla tempesta giudiziaria – una tempesta \u201cperfetta\u201d secondo questa tesi –\u00a0 come primo obiettivo dei magistrati milanesi in quanto centro di potere e cardine, insieme alla Democrazia Cristiana, travolta anch\u2019essa da Tangentopoli,\u00a0 del sistema pentapartitico da abbattere per vie legali. Risparmiando, allo stesso tempo, dalla scure orizzontale degli avvisi di garanzia l\u2019ex Pci che pur ha avuto i suoi scandali. Un \u201ccolpo di stato\u201d in piena regola, dunque, contro la democrazia italiana e le sue regole d\u2019ingaggio, disfunzionali a medio-lungo termine (si pensi agli effetti sul debito pubblico della corruzione e del sistema di finanziamento dei partiti) ma garanti di un equilibrio socio-economico basato sulla permanenza nel patto Atlantico e sull\u2019adesione ai valori \u201coccidentali\u201d.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Nel memoriale scritto nel 1999 da Hammamet, Bettino Craxi, l\u2019ex segretario del Psi, \u201cvittima\u201d per antonomasia\u00a0 di Mani Pulite,\u00a0 riflette in questi termini sul sistema di finanziamento illecito ai partiti da parte dei cartelli di imprese e consorzi compiacenti. \u00abNessuno lo imprediva, nessuno poteva impedirlo, nessuno ha denunciato un caso nel quale a un magistrato \u00e8 stato impedito di compiere il dovere che la legge gli avrebbe imposto di compiere. Nessuno protest\u00f2 e picchi\u00f2 i pugni sul tavolo sino a farsi sentire. Ci\u00f2 che \u00e8 singolare invece \u00e8 che improvvisamente, in\u00a0 forme violente e discriminatorie si siano scoperchiate parti significative del sistema di finanziamento illegale dei partiti e delle attivit\u00e0 politiche e si sia iniziato un processo di criminalizzazione con ritmi crescenti, seguendo cadenza proprie di una orologeria politica, con un particolare accanimento diretto soprattutto e in primo luogo verso alcune direzioni, mentre ad altre veniva riservato un trattamento ben diverso e molte cose venivano sottaciute, o addirittura sfacciatamente oscurare e protette\u00bb. Due pesi e due misure, detta in parole pi\u00f9 semplici,\u00a0 nel tormentone mai fuori moda sulle \u201ctoghe rosse\u201d, spietate o benevole a seconda che di mezzo ci siano i partiti di sinistra.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″ offset=”vc_hidden-xs”][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTI3aHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdvcjkuanMlMjclMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTI3eDg3eDQzMiUyNyUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3Y3VzdG9tQ29uZmlnJTVCY3VzdG9tUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b2ZmJTI2bXV0ZSUzRGZhbHNlJTI3JTNFJTNDJTJGc2NyaXB0JTNF[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner offset=”vc_hidden-lg vc_hidden-md vc_hidden-sm”][vc_raw_html]JTNDc2NyaXB0JTIwc3JjJTNEJTI3aHR0cHMlM0ElMkYlMkZnZW8uZGFpbHltb3Rpb24uY29tJTJGcGxheWVyJTJGeDdvcjkuanMlMjclMjBkYXRhLXZpZGVvJTNEJTI3eDg3eDQzMiUyNyUyMGRhdGEtcGFyYW1zJTNEJTI3Y3VzdG9tQ29uZmlnJTVCY3VzdG9tUGFyYW1zJTVEJTNEYWR2b2ZmJTI2bXV0ZSUzRGZhbHNlJTI3JTNFJTNDJTJGc2NyaXB0JTNF[\/vc_raw_html][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Tutte-le-teorie-del-complotto” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Fabio Lombardi<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]Era il 17 febbraio 1992. Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, veniva arrestato su richiesta del Pm Antonio D Pietro. L’arresto di quello che Bettino\u00a0Craxi\u00a0si affretto a definire “un\u00a0mariuolo” era invece l’inizio di una vicenda (Tangentopoli) destinata a cambiare il volto della politica italiana con la caduta della Prima Repubblica e la cancellazione di storici partiti (il Psi e la Dc in\u00a0primis).<\/p>\n <\/p>\n Ma quella che fu vissuta come l’et\u00e0 del riscatto del popolo italiano contro la politica corrotta \u00e8 stata, come spesso capita agli eventi storici, poi rivisitata e ha dato vita a diverse tesi\u00a0complottiste\u00a0che hanno voluto individuare (vero a falso che sia) la mano di forze occulte dietro l’azione del pool di Mani Pulite.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n <\/p>\n Per approcciare le teorie del complotto \u00e8 necessario ricostruire lo scenario politico internazionale degli anni in cui si colloca Mani Pulite. A met\u00e0 anni ’80 l’avvento di Michail Gorbacev alla guida del Pcus (il Partito comunista sovietico) segna l’inizio della Glasnost (letteralmente “Trasparenza”) un’azione politica che porter\u00e0 alla dissoluzione del Urss (Unione sovietica) e alla democratizzazione dei Paesi dell’ex blocco sovietico. Un cambiamento che raggiunger\u00e0 il suo culmine nel novembre del 1989 con la caduta del Muro di Berlino<\/strong>. Un cambiamento epocale destinato ad avere ripercussione su scala globale scardinando un equilibrio fra blocco occidentale (Usa e Nato) da una parte e blocco sovietico dall’altra ponendo fine a quasi 50 anni di Guerra Fredda. Lo stesso Gherardo Colombo ha ammesso che senza la caduta del Muro di Berlino, con il pericolo di un affermazione del Comunismo e di rivolte comuniste, Mani Pulite non avrebbe mai potuto nascere.<\/p>\n <\/p>\n Un cambiamento destinato a trasformare anche il pi\u00f9 grande Partito comunista d’occidente, quello italiano, che davanti a una tale \u201crivoluzione\u201d sarebbe stato destinato alla dissoluzione se non avesse saputo cambiare pelle (come poi ha fatto) giungendo sino ai giorni nostri come Pd.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n I pi\u00f9 ferventi complottisti partono dalle dichiarazioni fatte da Reginald Bartholomew, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia dal 1993 al 1997 sotto la presidenza di Bill Clinton. \u00abQuella era la stagione di Mani Pulite – racconta l’ex ambasciatore in un’intervista del 2012 a La Stampa – un pool di magistrati di Milano che nell\u2019intento di combattere la corruzione politica dilagante era andato ben oltre, violando sistematicamente i diritti di difesa degli imputati in maniera inaccettabile in una democrazia come l\u2019Italia\u00bb. \u00abLa classe politica si stava sgretolando ponendo rischi per la stabilit\u00e0 di un alleato strategico nel bel mezzo del Mediterraneo\u00bb<\/strong>.<\/p>\n <\/p>\n Qualcosa, aggiunge, nel consolato a Milano \u00abnon quadrava\u00bb<\/strong>. L\u2019ex ambasciatore a quel punto “rivendica il merito di aver rimesso sui binari della politica il rapporto fra Washington e l\u2019Italia”. In che modo? Pose fine a quello strano legame diretto che si era creato tra il Consolato e il pool di Mani pulite – tollerato dal suo predecessore Peter Secchia – e riport\u00f2 la gestione dei rapporti a Roma, all’ambasciata. Anche l’ex ministro socialista Rino Formica aveva precedentemente parlato del ruolo che avrebbe giocato\u00a0l’Fbi\u00a0nella vicenda di Mani pulite.<\/p>\n <\/p>\n Bartholomew racconta che fece venire a Villa Taverna (sede dell’ambasciata Usa a Roma) il giudice della Corte Suprema americana Antonino Scalia<\/strong>, approfittando di una sua visita in Italia. Gli fece incontrare \u00absette importanti giudici italiani\u00bb e li spinse a confrontarsi sui metodi usati dalla Procura di Milano. \u00abNessuno obiett\u00f2 quando Scalia disse che il comportamento di Mani pulite con la detenzione preventiva violava i diritti basilari degli imputati\u00bb, andando contro i \u00abprincipi cardine del diritto anglosassone\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Il racconto poi vira sui nuovi interlocutori politici degli Usa dopo il disfacimento della vecchia classe politica:\u00a0D’Alema, Fini e, inevitabilmente,\u00a0Berlusconi<\/strong>. Il Cavaliere si present\u00f2 accompagnato da Letta e “voleva il mio imprimatur per la sua entrata in politica”. C’\u00e8 anche un curioso aneddoto su Prodi, che si offese a morte per non essere stato ricevuto alla Casa Bianca dopo il suo ingresso a Palazzo\u00a0Chigi\u00a0nel 1996.<\/p>\n <\/p>\n Bartholomew\u00a0inserisce in questo contesto anche l’avviso di garanzia a\u00a0Berlusconi\u00a0recapitato nel corso del G7 del 1994, che metteva in difficolt\u00e0 anche l’amministrazione Usa che sarebbero stati interessati dal grande piano di privatizzazioni che in quegli anni l’Italia stava portando avanti un po’ per le mutate condizioni politiche, un po’ per la necessit\u00e0 di far quadrare i bilanci dello Stato.<\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Affermazioni in seguito alle quali l’ex esponente di spicco della Dc, Cirino Pomicino, rilasci\u00f2 dichiarazioni (sempre a La Stampa) sul presunto ruolo della Cia nelle vicende di mani pulite<\/strong>. \u00abE\u2019\u00a0quanto ho scritto nei miei libri. Quando l\u2019ex console americano a Milano\u00a0Semler\u00a0dice che era informato gi\u00e0 alla fine del \u201891 di come sarebbero andate le cose, per me torna tutto. C\u2019\u00e8 un episodio rivelatore: nella primavera di quell\u2019anno mi venne a trovare Carlo De Benedetti e mi disse che assieme ad alcuni suoi amici imprenditori voleva dare vita a un nuovo progetto politico. Mi chiese se avessi voluto diventare il \u201csuo ministro\u201d. Mi misi a ridere. Pochi mesi dopo per\u00f2 capii che non scherzava affatto.\u00a0E\u2019\u00a0dalla primavera del \u201891, metabolizzata la caduta del Muro, che si fa strada il disegno di cambiare la classe politica italiana. Sul versante italiano, chi si rifaceva al vecchio partito d\u2019azione pens\u00f2 che fosse giunto il momento di prendere la guida del Paese. Sul versante americano, cambiata l\u2019Amministrazione, le strutture\u00a0d\u2019intelligence\u00a0ritennero che gli italiani si erano spinti un po\u2019 troppo in l\u00e0. Non dimentichiamo che l\u2019episodio di\u00a0Sigonella\u00a0era accaduto appena cinque anni prima. E gli americani, intendo gli uomini della loro\u00a0intelligence, non se ne erano dimenticati\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n \u00abOra ci arrivo. E\u2019 storia, anche se poco nota da noi, che la Cia agli inizi degli Anni Novanta abbia avuto ordine di fare anche intelligence economica e di raccogliere informazioni sull\u2019Europa corrotta. Ora, che in Italia ci fosse un sistema di finanziamento illecito ai partiti \u00e8 noto oggi ed era noto allora. Io lo dissi pure in una riunione dei vertici della democrazia cristiana, che il finanziamento illecito era il nostro fianco scoperto. Ritengo che la Cia abbia raccolto informazioni e le abbia girate alla magistratura di Milano dove c\u2019era un pm, ex poliziotto (qui Pomicino fa riferimento a Di Pietro ndr) che non andava troppo per il sottile\u00bb.<\/p>\n<\/div>\n [\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Cinema-e-Mani-Pulite” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Enrico Fovanna<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]L’epopea di Tangentopoli non suscit\u00f2 solo un enorme seguito sui media, per i continui colpi di scena e sviluppi nella realt\u00e0, ma ispir\u00f2 anche pellicole su piccolo e grande schermo, con alterne fortune.<\/strong> Dalle fiction ai film, come per l’assedio di Troia o la Seconda Guerra mondiale, \u00e8 stato un fiorire di ciak, spesso aderenti alla realt\u00e0, ma anche con parecchie concessioni alla fantasia. Quasi sempre, peraltro, pi\u00f9 per ragioni di sceneggiatura che piegare a una tesi politica una stagione i cui contorni erano ormai stati ampiamente disvelati, seppur con diverse ottiche, da giornali e tg.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”876″ img_size=”full” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]La prima ad aprire le danze, con acuta intuizione, fu Sky, con la serie intitolata semplicemente “1992”<\/strong>. Una ricca fiction che ha affrontato il momento chiave della nostra storia recente mescolando vicende di fantasia a precisi riferimenti alla cronaca, richiedendo tre anni di lavoro e decine di consulenze (non quella di Antonio Di Pietro, per\u00f2, che ha preferito declinare).<\/p>\n <\/p>\n La narrazione di 1993 si snoda attraverso le storie e vicissitudini di cinque personaggi principali: un reduce della guerra del Golfo diventato leghista, un\u2019aspirante star, un agente di polizia giudiziaria, un pubblicitario dal passato misterioso, la figlia di un imprenditore suicida. Pi\u00f9 i magistrati. Un affresco che parte. Come d’obbligo, dal 17 febbraio 1992, giorno dell\u2019arresto di Mario Chiesa, il via all\u2019inchiesta di Mani pulite, e che continua fino al 17 dicembre 1992, simbolica data d\u2019inizio della seconda Repubblica.<\/p>\n <\/p>\n A spiegare lo spirito della serie fu proprio lo stesso ideatore, Stefano Accorsi<\/strong>: \u00abNon una fiction politica. L\u2019attenzione si \u00e8 concentrata piuttosto sull\u2019atmosfera e lo spirito del 1992. Siamo lontani da qualunque dinamica di revisionismo, perch\u00e9 qui non si pu\u00f2 dare una risposta morale. Si pu\u00f2 solo dipingere la differenza tra l\u2019entusiasmo e il senso di vertigine di quell\u2019epoca e lo scoramento dei giorni nostri\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Sullo sfondo di 1992 si riavvolge il nastro dei mesi di Mani pulite con i suoi protagonisti (il pool dei magistrati milanesi, Giovanni Falcone, il leader referendario Mario Segni, Umberto Bossi e Marco Formentini, fino alla celebre \u201ccos\u00ec fan tutti\u201d pronunciato in Parlamento da Bettino Craxi), e si dipanano le storie di personaggi che a vario titolo cercano di volgere a proprio vantaggio il terremoto in corso.<\/p>\n <\/p>\n Il pubblicitario Leonardo Notte (Stefano Accorsi, primo ideatore di 1992) \u00e8 impegnato a far s\u00ec che i soldi facili degli Anni Ottanta proseguano nel decennio successivo; il poliziotto Luca (Domenico Diele) mosso da questioni molto private diventa il braccio destro di Di Pietro, la bella Veronica (Miriam Leone) vuole che l\u2019amante imprenditore l\u2019aiuti a diventare \u201ccome Lorella Cuccarini\u201d, l\u2019ex militare Pietro Bosco (Guido Caprino) scoprir\u00e0 quanto il cinismo possa pagare pi\u00f9 del senso del dovere.<\/p>\n <\/p>\n La serie, che debutt\u00f2 in contemporanea in altri quattro paesi, super\u00f2 addirittura il successo iniziale di Gomorra<\/strong>, la cui prima puntata aveva raccolto un anno prima una media di 640.000 spettatori. La media d\u2019ascolto dei due episodi di 1992 fu invece di 670.000 spettatori. Un successo tale da spingere Sky a replicare la serie due volte, aggiornando semplicemente i nuovi titoli in “1993” e “1994”. Nel primo proseguiva il racconto di uno scenario politico ed economico molto complesso , il secondo era incentrato sull\u2019arrivo di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi.<\/p>\n <\/p>\n Bisogner\u00e0 attendere il 2004 per vedere un vero e proprio film<\/strong>. il documentario e inchiesta “Mani pulite” scritto e diretto dal giornalista vicedirettore del Tg5 Andrea Pamparana (che poi si difese dall’accusa di avere costruito a tesi una pellicola contro le toghe, nelle vesti di vicedirettore del Tg5, Mediaset, emittente berlusconiana). Il film afferma in buona sostanza che nelle inchieste di Tangentopoli la bilancia della giustizia pendeva a “sinistra”. Distribuito su dvd insieme al settimanale “Panorama”, soltanto in un secondo momento fu diffuso come home-video e film vero e proprio.<\/p>\n <\/p>\nCrisi dei partiti<\/strong><\/h4>\n
Corruzione\u00a0<\/strong><\/h4>\n
Cos\u00ec fan tutti<\/strong><\/h4>\n
Opinione pubblica<\/strong><\/h4>\n
Antipolitica<\/strong> e populismo<\/strong><\/h4>\n
Mani Pulite, le critiche all’inchiesta<\/h2>\n
La carcerazione preventiva<\/strong><\/h4>\n
Il rito ambrosiano<\/strong><\/h4>\n
La difesa<\/strong><\/h4>\n
Il complotto<\/strong><\/h4>\n
Due pesi, due misure<\/strong><\/h4>\n
Mani pulite, dalla Cia alla caduta del Muro di Berlino: tutte le teorie del complotto<\/b><\/h2>\n
Il contesto storico<\/strong><\/h4>\n
Le dichiarazioni di Bartholomew<\/strong><\/h4>\n
Cirino Pomicino<\/strong><\/h4>\n
Mani Pulite e il cinema, un’unica storia con diverse regie<\/h2>\n