{"id":908,"date":"2022-01-18T18:38:14","date_gmt":"2022-01-18T17:38:14","guid":{"rendered":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/elezionipresidente\/?page_id=588"},"modified":"2022-03-18T12:19:33","modified_gmt":"2022-03-18T11:19:33","slug":"ilbluff","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/ilbluff\/","title":{"rendered":"Il bluff"},"content":{"rendered":"
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1647508212390{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-content\/uploads\/sites\/13\/2022\/03\/MPS1500x700.jpg?id=1364) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box” background_image=”985″][vc_column][vc_empty_space height=”64px” el_class=”header-image-space”][vc_column_text]<\/p>\n
[\/vc_column_text][vc_empty_space height=”24px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_class=”inline-menu” z_index=””][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJNYWluTWVudSUyMiU1RA==[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=”” el_class=”accordion-indice-articoli”][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space]
[\/vc_column_text] <\/div>\n<\/div><\/div>[vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Il-blitz-perfetto” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_column_text]<\/p>\n
[\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space][vc_column_text]Formidabili quegli anni dal 2001 al 2006. Ogni cosa sembrava illuminata su Rocca Salimbeni<\/strong>. Fu il quinquennio in cui la politica si tolse la maschera e intervenne in maniera sfacciata (alla sua epoca la Dc era molto pi\u00f9 discreta) nelle faccende del Monte dei Paschi, con interviste persino del segretario della federazione Ds Franco Ceccuzzi, sulla trattativa con Bnl. Che parlava in forza del titolo di “azionista di riferimento” di Comune e Provincia, che erano azionisti di controllo della Fondazione, proprietaria del 75 percento delle azioni della Banca. Chi altri avrebbe potuto parlare di una fusione tra due ex istituti di diritto pubblico? Sono tre le storie da ricordare. La prima fu l\u2019acquisto di Banca 121.<\/p>\n <\/p>\n Dopo la quotazione in Borsa e l\u2019acquisto della Banca Agricola Mantovana<\/strong>, che aveva permesso al Monte di stringere rapporti con i “capitani coraggiosi” Colaninno, Gnutti, Marcegaglia, il gruppo presieduto da Pier Luigi Fabrizi e con Divo Gronchi direttore generale, punt\u00f2 Banca 121 per espandersi nel sud est e per immettere innovazione nel fare banca. C\u2019\u00e8 poco spazio per ricordare quella storia: rimandiamo agli interventi di Fabrizi e Gronchi su La Nazione Siena<\/em> il 9 e 10 ottobre sull\u2019affare 121.<\/p>\n <\/p>\n L\u2019evento che cambi\u00f2 la storia del Monte dei Paschi fu l\u2019avvento di Giuseppe Mussari alla presidenza della Fondazione Mps il 1\u00b0 agosto 2001<\/strong>. E anche qui lo spazio \u00e8 tiranno, perch\u00e9 il racconto di quell\u2019elezione \u00e8 il copione del blitz perfetto, di un\u2019operazione dell\u2019ala governativa dei Ds e della Provincia di Siena, guidata da Fabio Ceccherini, che non voleva l\u2019ex sindaco Pierluigi Piccini al vertice della Fondazione. Solo che bisognava disinnescare la maggioranza di 8 su 16 deputati generali designati dal Comune; tra i quali c\u2019era anche Mussari, avvocato di fiducia di Piccini.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1176″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=””][vc_empty_space][vc_column_text]Dopo incontri segreti, viaggi romani, trattative febbrili<\/strong>, mentre l\u2019ex sindaco si illudeva ancora di diventare presidente, in ossequio alla direttiva Visco che sanciva l\u2019ineleggibilit\u00e0 di chi era stato alla guida di un ente nominante, di essere designato per almeno un anno, la deputazione generale elesse Giuseppe Mussari<\/strong>. Dopo un incontro al vertice tra l\u2019allora sindaco Maurizio Cenni, il presidente della Provincia Ceccherini e il segretario dei Ds Ceccuzzi (che aveva definito il ministro Visco \u00abil deputato di Guastalla\u00bb), dove si avall\u00f2 la scelta. Anche perch\u00e9 l\u2019allora presidente della Fondazione Giulio Sapelli<\/strong>, assieme al deputato Enzo Cheli, minacci\u00f2 le dimissioni e lo spettro del commissariamento, nel caso si fosse insistito sulla candidatura di Piccini.<\/p>\n <\/p>\n Risultato?<\/strong> Mussari presidente e i sei membri della deputazione amministratrice specchio fedele dello strapotere della politica sulla competenza per poter gestire la Fondazione pi\u00f9 ricca d\u2019Italia. I sei deputati erano gli ex sindaci Ds di Colle e Castelnuovo Berardenga Marco Spinelli e Luca Bonechi, l\u2019ex segretario provinciale Cgil Fabio Borghi, il segretario provinciale Ppi Gabriello Mancini, il segretario provinciale di Forza Italia Fabrizio Felici e Alessandro Lastray, Rifondazione Comunista. La prossima puntata tratter\u00e0 della Fondazione. La trattativa con Bnl, dal 2001 al 2005, in due fasi, ha conseguenze pi\u00f9 dirette sul futuro del Monte.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1392″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=””][vc_empty_space][vc_column_text]La prima fase \u00e8 aperta dai vertici del Monte nel consiglio a Fontanafredda, con l\u2019annuncio dell\u2019apertura del dossier<\/strong>. Sono in tanti a volere la fusione, si studiano concambi, alleanze, piani industriali. Bankitalia, con Fazio governatore, e il ministro del Tesoro Tremonti spinsero perch\u00e9 la Fondazione scendesse al 20 percento del capitale di Mps-Bnl. Ma le resistenze di Siena furono tenaci e la trattativa fall\u00ec. A gennaio di quest\u2019anno Abete, prima di lasciare dopo 23 anni la presidenza di Bnl, ha rivelato al Sole 24 Ore<\/em>: \u00abI colloqui erano andati molto avanti. Ma si bloccarono sulla richiesta di Mps di fare una integrazione a valori diversi e non alla pari. A impedire l\u2019accordo fu anche la mancanza di intesa sulle posizioni future alla guida operativa. Per me voleva dire ri-pubblicizzazione, Mps all\u2019epoca era controllato dal Comune attraverso la Fondazione, che voleva mantenere la minoranza di blocco\u00bb.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Intervista-a-Pier-Luigi-Fabrizi” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]\u00abNon sono un politico<\/b> ma un tecnico<\/strong>, che ha fatto questa esperienza in un momento in cui l\u2019apertura verso la societ\u00e0 civile era maggiore rispetto ad oggi. Si discute molto poco su progetti strategici e industriali, a me sembra, da quanto leggo sui giornali, che la discussione sulle nomine degli organi di Banca Mps abbia un sapore fortemente politico\u00bb. <\/span><\/p>\n <\/p>\n Il 30 marzo 2006 Pier Luigi Fabrizi<\/strong> chiuse cos\u00ec, rispondendo alla domanda di un giornalista, i suoi quasi otto anni di presidente della Banca Mps. A fine aprile ci fu l\u2019assemblea degli azionisti che avall\u00f2 la nomina di Giuseppe Mussari, passato dalla Fondazione alla Banca. E il riferimento alla prevalenza della politica fu particolarmente amaro per un presidente che aveva cercato di cancellare l\u2019etichetta di “banca rossa” affibbiata al Monte, di istituto dominato dalla politica locale. <\/span>[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1180″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]L\u2019acquisizione<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Il primo colpo di Pier Luigi Fabrizi fu l\u2019acquisto di Banca Agricola Mantovana. \u00abL\u2019Opa sulla BAM rappresenta il ricordo pi\u00f9 bello del mio periodo al Monte \u2013 dice oggi l\u2019ex presidente \u2013. Si tratt\u00f2 della prima operazione del genere nei confronti di una banca popolare, cio\u00e8 di un soggetto che risultava estremamente difficile da acquisire per la presenza all\u2019epoca del meccanismo del voto capitario. Di quell\u2019operazione conservo intatti nella memoria la determinazione, l\u2019impegno e l\u2019unit\u00e0 di intenti con cui la Banca butt\u00f2 il cuore oltre l\u2019ostacolo. Le trattative furono estenuanti, ma per il Monte (data la sua immagine di banca grande ma governata da logiche localistiche) \u00e8 sempre stato cos\u00ec quale che fosse il soggetto da acquisire. Quella volta si trattava di vincere non solo per rimediare all\u2019insuccesso dell\u2019operazione con la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto ma, soprattutto, per ricreare una presenza al nord in gran parte venuta meno a seguito della cessione del Credito Commerciale e del Credito Lombardo\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]L\u2019asta al rialzo<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Pochi mesi dopo Mantova, il Monte fa rotta verso il Salento e acquisisce, per 2.500 miliardi di lire, Banca 121, strappata a Sanpaolo Imi dopo un\u2019asta al rialzo. \u00abL\u2019acquisto della Banca del Salento \u00e8 stata un\u2019operazione di natura esclusivamente industriale \u2013 \u00e8 il mantra di Fabrizi \u2013. Si trattava di portare avanti, dopo l\u2019acquisizione della BAM nel nord est, e in coerenza con la strategia del polo aggregante federativo allora perseguita, ulteriori linee di espansione territoriale nel nord ovest e nel sud est del Paese. Le attenzioni della Banca furono rivolte in contemporanea alla Banca Regionale Europea e, appunto, alla Banca del Salento. Con la prima le nostre offerte non ebbero successo. Ci orientammo decisamente verso la seconda, anche perch\u00e9 rappresentava all\u2019epoca un soggetto all\u2019avanguardia nello sviluppo della strategia di diversificazione integrata dei canali di distribuzione (sportelli tradizionali, promotori finanziari, sistemi on line). L\u2019analisi fu molto approfondita (data room, due diligence, eccetera) e caratterizzata da numerosi passaggi in Consiglio di Amministrazione. Il prezzo che si determin\u00f2, pagato in contanti solo per 600 miliardi di lire (pari al 24 percento) e in azioni per i restanti 1.900 miliardi di lire, fu il risultato del meccanismo di mercato dell\u2019asta coordinata da un soggetto di elevato standing e della presenza di un concorrente molto agguerrito. Aspetto, quest\u2019ultimo, a dimostrazione del grande interesse industriale che la Banca del Salento suscitava\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]L\u2019opportunit\u00e0 persa<\/strong><\/p>\n <\/p>\n La trattativa principe di quegli anni fu con la Banca Nazionale del Lavoro. La fusione sulla carta aveva un grande senso industriale, ma poi quando si passava a discutere di concambi, di assetti proprietari e di governance le cose si complicavano. \u00abLa possibile operazione con la Banca Nazionale del Lavoro \u2013 \u00e8 la versione di Fabrizi \u2013 ha vissuto varie fasi dal 1998 al 2005. In ogni momento \u00e8 mancato sempre qualcosa. Nel 2005, quando l\u2019operazione svan\u00ec definitivamente, feci ricorso, in un comunicato stampa, a un proverbio popolare: quando c\u2019\u00e8 stata la farina non c\u2019\u00e8 stato il sacco e viceversa. Mi riferivo alla contrariet\u00e0 ora dell\u2019uno ora dell\u2019altro dei vari decisori locali e nazionali. Quello che \u00e8 certo \u00e8 che si \u00e8 trattato di una grande opportunit\u00e0 persa a causa della miopia di alcuni: la Banca avrebbe risolto in via definitiva il problema dimensionale e la Fondazione sarebbe potuta diventare un\u2019azionista di rilievo di un grande soggetto bancario nazionale\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]La leva dello sport<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Furono anni in cui Siena era capitale anche nello sport, con il Siena in Serie A e la Mens Sana Basket che iniziava a vincere scudetti e coppe, grazie al Monte. \u00abLe sponsorizzazioni sportive, in particolare quelle della Mens Sana Basket e dell\u2019A.C. Siena ma anche quelle di altre societ\u00e0 minori \u2013 fa notare Pier Luigi Fabrizi \u2013 rappresentarono all\u2019epoca una scelta di marketing strategico che fece seguito a quella del ricorso a un grande testimonial, il maestro Luciano Pavarotti. Attraverso di esse si voleva rafforzare, in maniera originale e tramite lo sport, veicolo trainante e oggetto di ripetuti passaggi nei media, la diffusione del nome e dell\u2019immagine della Banca e del Gruppo sul territorio nazionale e in particolare tra i giovani. L\u2019attenzione \u00e8 sempre stata rivolta principalmente alle societ\u00e0 sportive senesi, ma questo faceva parte della politica di attenzione al territorio che trovava un\u2019altra fondamentale espressione nel rapporto privilegiato con le Contrade\u00bb.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][vc_column][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Monte-contro-Antonveneta” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]\u00abO chiudiamo stasera a 9 miliardi di euro o domani faccio partire l\u2019asta con i francesi di Bnp Paribas da questa cifra\u00bb.<\/strong> L\u2019aut aut di Emilio Botin Sanz de Sautola y Garcia de los Rios, fondatore e capo esecutivo del Banco Santander Central Hispano, ha il sapore di un bluff, ma il suo interlocutore dall\u2019altro capo del telefono ci casca. D\u2019altronde, come pu\u00f2 un avvocato che, per sua stessa ammissione, sta facendo \u00abun mestiere che non \u00e8 il suo\u00bb, battere a una partita di poker finanziario il potentissimo presidente di una banca fondata da suo nonno, fatta crescere da suo padre che poi, alla sua morte, sarebbe passata alla figlia Ana? Lo sventurato rispose, per copiare Manzoni. E in una notte, quella dell\u20198 novembre 2007, dopo una telefonata, il Monte dei Paschi, transatlantico che navigava da oltre 5 secoli e aveva superato guerre mondiali e dominazioni straniere, and\u00f2 a sbattere contro l\u2019iceberg Antonveneta.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1393″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]Nulla fu pi\u00f9 come prima, la falla aperta da quell\u2019operazione sciagurata non poteva essere richiusa<\/strong> con trucchetti tipo bond Fresh, derivati Alexandria e Santorini ristrutturati, accantonamenti ritardati sulla valanga di crediti deteriorati, miliardi di capitale bruciati come il fal\u00f2 delle vanit\u00e0 di Savonarola. Giuseppe Mussari, diventato presidente della Banca il 29 aprile 2006, designato dai deputati generali della Fondazione Mps che presiedeva, accett\u00f2 il rialzo da 8,2 a 9 miliardi di euro per comprarsi Antonveneta, \u00absenza aver mosso un solo pezzo di carta\u00bb, come rivel\u00f2 Alessandro Daffina ceo di Banca Rotschild per l\u2019Italia.<\/p>\n <\/p>\n Solo un mese prima, Banco Santander aveva chiuso l\u2019Opa sull\u2019olandese Abn-Amro, che aveva acquisito Antonveneta nel 2006. Quella banca era \u00abil gobbo nero\u00bb del credito italiano<\/strong>, aveva inguaiato prima Giampiero Fiorani e la Popolare di Lodi, poi Abn Amro che la compr\u00f2, per poi finire ingoiata da Santander un anno dopo. Che se la ritrov\u00f2 tra le mani, dopo averla pagata 6,6 miliardi di euro, ma con l\u2019aggiunta di Interbanca, che sfil\u00f2 dal pacco che stava per rifilare al Monte. A met\u00e0 dicembre 2006 Bankitalia concluse un\u2019ispezione su Antonveneta e bocci\u00f2 i fondamentali della banca, chiedendo una multa per i vertici e il collegio sindacale. Giudizi sfavorevoli su redditivit\u00e0, posizionamento nel mercato, impieghi, raccolta, organizzazione aziendale.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]Solo la liquidit\u00e0 era accettabile ma perch\u00e9 garantita dai prestiti da Abn Amro.<\/strong> Quei 7 miliardi da ridare agli olandesi furono la seconda batosta fatale per il Monte dei Paschi. La somma che far\u00e0 salire a 17 miliardi di euro, pagati cash, con tanto di bonifici bancari a favore di Santander (5 per un totale di 5 miliardi e 120 milioni), Abn Amro (uno, il 30 maggio 2008 per 9 miliardi e 247 milioni) e Abbey National Treasury Service (due bonifici da 2 miliardi e 623 milioni di euro). Nessuna due diligence<\/em>, nessuna verifica dei conti, nessun accenno a quell\u2019ispezione di Bankitalia. \u00abNon ricordo se ho risposto subito s\u00ec a Botin o l\u2019ho richiamato \u2013 disse Mussari nel corso dell\u2019interrogatorio ai pm senesi il 15 febbraio 2013 \u2013. Non era stata eseguita nessuna due diligence<\/em> perch\u00e9 nemmeno Santander aveva potuto farla prima di acquistare Antonveneta. Peraltro gli olandesi avevano potuto fare una bella pulizia di bilancio dopo averla comprata\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]Si vide dopo a chi la fecero pagare quella pulizia<\/strong>. \u00abIn nessun momento Mussari mi spieg\u00f2 quale era il suo interesse per acquisire Antonveneta \u2013 dichiar\u00f2 Emilio Botin sentito dai pm senesi \u2013. Non ci furono riunioni con i rappresentanti di Mps per negoziare la vendita di Antonveneta, ma si tratt\u00f2 tutto per telefono, due o tre volte con Mussari\u00bb. \u00abQuesti non sanno cosa hanno comprato e non sanno che ci devono dare 7,5 miliardi di euro\u00bb fu la testimonianza dell\u2019allora ad di Antonveneta Pierluigi Montani. Basta aggiungere i risultati dei bilanci di Banca Mps del 2005, 2006 e 2007, chiusi con utili di 790,2 milioni, 910,1 e 1437,6 milioni di euro, tre record, per valutare l\u2019impatto sui conti dell\u2019iceberg Antonveneta.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Gabriello-Mancini” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]\u00abSono presidente della Fondazione Mps dal maggio 2006<\/strong>. Vi era un accordo tra le istituzioni locali, il sindaco Maurizio Cenni e il presidente della Provincia Fabio Ceccherini. La mia nomina, come quella dell\u2019avvocato Mussari alla presidenza della banca, fu decisa dai maggiorenti della politica locale e regionale e condivisa dai vertici della politica nazionale. Per quanto riguarda la mia persona posso dire che il mio principale sponsor era l\u2019onorevole Alberto Monaci\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n \u00c8 il verbale dell\u2019interrogatorio di <\/strong>Gabriello Mancini<\/b> del 24 luglio 2012 ai pm di Siena per la prima inchiesta sul caso Antonveneta-Mps, recuperato grazie a Gianluca Paolucci de La Stampa<\/em>. Resta lo specchio pi\u00f9 fedele su quei momenti fatali che portarono al dissesto del Monte dei Paschi. A inizio 2006 Giuseppe Mussari punta decisamente alla presidenza di Banca Mps, per prendere il posto di Pierluigi Fabrizi. \u00c8 al vertice della Fondazione dal 2001, ha tessuto una trama di rapporti nazionali e locali, anche grazie alla distribuzione annuale di 130 milioni di euro in media di contributi per il territorio. In una delle riunioni con i deputati generali della Fondazione, il presidente della Provincia Ceccherini avanza perplessit\u00e0 sul passaggio di Mussari dalla Fondazione alla Banca. E propone come candidato alternativo Stefano Bellaveglia, vicepresidente vicario del Monte. Ma quel nome non passa.<\/span>[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1184″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=””][vc_empty_space][vc_column_text]\u00abIo non partecipai<\/strong> \u2013 \u00e8 ancora Mancini che parla \u2013 alle riunioni nelle quali si decise di indicarmi alla presidenza della Fondazione e di indicare Mussari alla presidenza della Banca. L\u2019onorevole Monaci mi riferiva che era stato trovato un accordo con i Ds. Pur avendo contezza, perch\u00e9 mi fu riferito dall\u2019onorevole Ceccuzzi che anche per i Ds vi fu un assenso a livello nazionale, non sono in grado di dire a chi si rivolsero i maggiorenti locali. Ricordo che Mussari mi conferm\u00f2 di avere il sostegno del partito a livello nazionale. Il passaggio di Mussari alla banca fu fortemente voluto dai Ds e dalle istituzioni locali per dare un segnale sulla governance della banca e sul ruolo della Fondazione all\u2019interno dell\u2019istituto. Dopo la nomina di Mussari alla presidenza, ricordo che egli indic\u00f2 Antonio Vigni quale direttore generale della Banca. Posso dire che la nomina di Vigni era fortemente voluta dal sindaco Cenni e dalla Fisac Cgil\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n La deputazione generale far\u00e0 i suoi nomi di consiglieri d\u2019amministrazione<\/strong>. L\u2019assemblea dei soci di Banca Mps del 29 aprile 2006 nomina i 10 membri del cda: Giuseppe Mussari (presidente), Ernesto Rabizzi e Francesco Gaetano Caltagirone vicepresidenti, Fabio Borghi, Andrea Pisaneschi, Lucia Coccheri, Turiddo Campaini, Pierluigi Stefanini, Carlo Querci, Lorenzo Gorgoni. Nel collegio sindacale Tommaso Di Tanno (presidente), Leonardo Pizzichi e Pietro Fabretti. Caltagirone, che aveva il 4,7 percento, Campaini, che con Unicoop Firenze aveva il 2,7 percento, Stefanini, presidente di Unipol con l\u20191,99 percento, Gorgoni che rappresentava i soci salentini con il 2,8 percento, erano gli altri azionisti del Monte. La Fondazione nell\u2019estate 2006 aveva il 57 percento della banca, il 49 percento di azioni ordinarie.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_empty_space][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=”” el_class=”accordion-indice-articoli”][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1319″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/covidfuturo\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1324″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/mafiatoscana\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1330″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/costaconcordia\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column][\/vc_row]<\/p>\n<\/div>","protected":false},"excerpt":{"rendered":" [vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1647508212390{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-content\/uploads\/sites\/13\/2022\/03\/MPS1500x700.jpg?id=1364) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box” background_image=”985″][vc_column][vc_empty_space height=”64px” el_class=”header-image-space”][vc_column_text] All’origine del grande bluff [\/vc_column_text][vc_empty_space height=”24px”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_class=”inline-menu” z_index=””][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJNYWluTWVudSUyMiU1RA==[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row”…<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":1402,"parent":0,"menu_order":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","template":"full_width.php","meta":{"footnotes":""},"class_list":["post-908","page","type-page","status-publish","has-post-thumbnail","hentry"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/908","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/pages"}],"about":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/types\/page"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=908"}],"version-history":[{"count":17,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/908\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1408,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/908\/revisions\/1408"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/media\/1402"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=908"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}\u00abAcquisire Banca 121 fu una scelta industriale. Ma con Bnl si \u00e8 persa una grande occasione\u00bb<\/h2>\n
La versione di Pier Luigi Fabrizi, presidente dal 1998 al 2006. E la frecciata alla vigilia dell’addio: \u00abNon sono un politico, ma un tecnico\u00bb<\/h3>\n
Il Monte contro l’iceberg Antonveneta<\/h2>\n
L’8 novembre 2007 il bluff di Botin, capo del Santander: \u00abO chiudiamo stasera a 9 miliardi o domani parte l’asta con Bnp Paribas\u00bb. E arriv\u00f2 il s\u00ec<\/h3>\n
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Le “confessioni” di Gabriello Mancini, presidente della Fondazione dal 2006 al 2012: \u00abScelte condivise dai vertici nazionali\u00bb<\/h2>\n
\u00abLa mia nomina e quella di Mussari? Decisero i maggiorenti della politica locale\u00bb<\/h3>\n
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