{"id":835,"date":"2022-02-15T18:16:27","date_gmt":"2022-02-15T17:16:27","guid":{"rendered":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/manipulite\/?page_id=835"},"modified":"2022-04-20T18:59:57","modified_gmt":"2022-04-20T16:59:57","slug":"iricordi","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/","title":{"rendered":"Il business"},"content":{"rendered":"
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1650470502194{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-content\/uploads\/sites\/16\/2022\/04\/qn_toscana_cover-landing-2.jpg?id=1560) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box” background_image=”686″][vc_column][vc_empty_space height=”64px” el_class=”header-image-space”][vc_column_text]<\/p>\n
[\/vc_column_text][vc_empty_space height=”8px”][vc_column_text][\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” el_class=”inline-menu”][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJSaWZpdXRpVG9zY2FuYSUyMiU1RA==[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”grid” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=”” el_class=”accordion-indice-articoli”][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n
Il ciclo di rifiuti in Toscana<\/strong>, tra ambiente, opportunit\u00e0, business e affari sporchi col rischio di infiltrazioni criminali. Un giro vorticoso di milioni di euro e la difficolt\u00e0 a trovare una nuova via in una delle regioni d’Italia con i costi di smaltimento pi\u00f9 alti. I numeri, le interviste, le prospettive<\/strong>. Un’inchiesta che ha l’obiettivo di fornire ai lettori un quadro chiave della situazione.<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_empty_space] [\/vc_column_text] <\/div>\n<\/div><\/div>[\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space][vc_separator type=”normal”][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” el_id=”costi-alti-discariche”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Luigi Caroppo<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]Raccogliere e smaltire i rifiuti costa sempre di pi\u00f9.<\/strong> Solo la prospettiva di produrre meno scarti urbani pu\u00f2 salvare la spesa a famiglia per la Tari insieme alla nuova tecnologia applicata allo smaltimento virtuoso dei rifiuti. Secondo Greenreport.it in Italia i costi annui dei servizi di igiene urbana fra il 2012 ed il 2019 sono passati da 159 a 175,79 (euro per abitante) e da 31,05 centesimi per chilo a 34,70 centesimi per chilo.<\/p>\n <\/p>\n In particolare si registra un incremento dei costi relativi alla raccolta differenziata<\/strong>, passati da 42,18 a 56,34 euro per abitante nonch\u00e9 da 21,69 a 29,18 centesimi per chilogrammo. D\u2019altra parte, nello stesso periodo la percentuale di raccolta differenziata \u00e8 aumentata tendenzialmente dal 43,4 al 62,4%.<\/p>\n <\/p>\n I dati pro capite variano da un costo massimo complessivo di gestione del servizio di igiene urbana di 253,73 euro in Liguria al minimo di 136,62 euro del Friuli Venezia Giulia. Pi\u00f9 alta \u00e8 la raccolta differenziata meno si spende pro capite<\/strong>. I dati invece rapportati alla quantit\u00e0 di rifiuti gestiti, varia da 78,48 centesimi a chilogrammo per anno della Basilicata ai 47,48 dell\u2019Emilia-Romagna. Anche in questo caso sostiene costi pi\u00f9 alti la regione che ha una percentuale di raccolta differenziata minore (la Basilicata).[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1570″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]In Toscana i costi variano fra un minimo di meno di 100 euro ad abitante l\u2019anno a Peccioli<\/strong>, sede virtuosa di discariche compatibili col territorio, per arrivare agli oltre 800 di Forte dei Marmi, mentre il dato medio nazionale \u00e8 di 176 euro e quello regionale di 205. Nel complesso sono un centinaio i comuni per i quali si registra un costo maggiore di quello medio regionale.<\/p>\n <\/p>\n Dati relativi ai costi per chilogrammo di rifiuti gestiti: i costi totali variano fra il massimo del comune di Castell\u2019Azzara (Grosseto) con 74 cent\/kg al minimo anche in questo caso di Peccioli con 12,56 cent\/kg.<\/p>\n <\/p>\n Il costo medio nazionale \u00e8 invece di 59,62 cent\/kg e quello medio regionale di 56,84 cent\/kg. \u00abA differenza di quanto visto per i costi pro capite, la Toscana in questo caso si colloca al di sotto del valore medio nazionale<\/strong>, mostrando una certa efficienza nei servizi svolti\u00bb sottolinea Greenreport.it.<\/p>\n <\/p>\n Se mettiamo in relazione, poi, la percentuale di raccolta differenziata con i costi sostenuti, vediamo che alcuni Comuni che hanno percentuali elevatissime di differenziata \u2013 sopra l\u201985 per cento \u2013 come Lamporecchio, Certaldo, Capraia e Limite, Serravalle Pistoiese, Montelupo Fiorentino<\/strong>, hanno anche costi al chilogrammo di rifiuti molto contenuti, addirittura meno di 30 cent\/kg.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1500″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]Nell\u2019analisi di Nicola Perini, presidente di Cispel Confservizi<\/strong>, \u00abgli impianti di incenerimento attivi in Toscana nel 2020 erano quattro, sette nel 2013. La Toscana ha avviato da anni un processo di chiusura degli impianti di incenerimento, forma di gestione che copre nel 2020 solo 213,000 tonnellate (il 10 per cento del totale), di cui 131.000 di frazione secca in uscita da Tmb e 82.000 di tal quale. In Toscana opera un solo impianto di coincenerimento, per 25.000 tonnellate trattate\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Preoccupante il dato delle discariche toscane<\/strong>. Nel 2020 sono stati avviati a questa forma di smaltimento 785.000 tonnellate di rifiuto trattato \u2013 nel 2019 erano 769.000, nel 2018 743.000 \u2013, con un aumento costante di alcuni punti percentuali. Un dato in controtendenza con la dinamica media nazionale e soprattutto incoerente con gli obiettivi europei.<\/p>\n <\/p>\n Preoccupato Perini: \u00abUn valore allarmante, collegato alla costante riduzione del recupero energetico<\/strong>: abbiamo chiuso inceneritori e aumentato l\u2019uso della discarica. Conseguentemente, i volumi residui delle discariche esistenti si stanno consumando pi\u00f9 rapidamente del previsto\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Venendo all\u2019export, la Toscana esporta nel 2020 circa 20.000 tonnellate di rifiuti urbani trattati, pari all\u20191 per cento del totale. Il mix di gestione toscano quindi \u00e8 il seguente: 50 per cento riciclo, 12 per cento fra incenerimento e coincenerimento, 37 per cento discarica e 1 per cento export. Infine i dati di costo del servizio complessivo di gestione dei rifiuti: la Toscana presenta un valore di costo di circa 400 euro a tonnellata, contro una media nazionale di 376. Valore pi\u00f9 alto di quello del nord Italia (327) ma pi\u00f9 basso del valore del centro (419) e del sud (439). Si conferma un dato per cui la Toscana si colloca come la regione peggiore del nord e migliore del centro-sud<\/strong>. Il costo complessivo del servizio in Italia e anche in Toscana \u00e8 aumentato rispetto al 2019, anche a seguito dei maggiori costi della raccolta presso utenti Covid-19 e dei sistemi di protezione e sanificazione.<\/p>\n <\/p>\n \u00abNon perseguire l\u2019autosufficienza impiantistica, per la Toscana della gestione dei rifiuti comporterebbe tre conseguenze negative<\/strong>: aumento dei costi di gestione e quindi di tariffe e prezzi per cittadini ed imprese rispetto ai valori attuali; aumento vertiginoso delle emissioni di gas serra, con impatto ambientale e aumento dei costi; mancanza di sicurezza ed affidabilit\u00e0 di uno dei sistemi centrali per garantire qualit\u00e0 della vita e competitivit\u00e0 dei territori toscani. Rischi che la Toscana non pu\u00f2 correre\u00bb ha detto recentemente Perini alla presentazione del rapporto \u201cSfide e opportunit\u00e0 per la gestione efficiente dei rifiuti in Toscana al 2030\u201d, realizzato da Ref Ricerche e promosso da Confindustria Toscana e Confservizi Cispel Toscana.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1550″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]ll rapporto Ref<\/strong> da un lato certifica come la strada intrapresa per raggiungere l\u2019obiettivo del 65 per cento di riciclo al 2030 sia quella giusta (le aziende toscane hanno presentato progetti di digestione anaerobica e piattaforme di riciclo all\u2019interno dei finanziamenti del Pnrr per 400 milioni di euro di investimenti), ma dall\u2019altro segnala un fabbisogno impiantistico per recupero energetico\/riciclo chimico al 2030 nella nostra regione: 597 mila tonnellate di rifiuti (334 mila di rifiuti urbani, 192 mila di rifiuti speciali, 71 mila di capacit\u00e0 di riserva e di eventuale picco). Uno scenario che vale tra gli 800 e i 900 milioni di euro di investimenti, circa 2.500 addetti in pi\u00f9 e benefici ambientali ed economici che ammontano a 36,5 milioni di euro l\u2019anno.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Economia-circolare-e-sostenibilita” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Luigi Caroppo<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_column_text]Una rivoluzione vera e propria. Sia per le finalit\u00e0 sia per le modalit\u00e0 proposte al mercato<\/strong>. Che dice no a nuovi termovalorizzatori, no a nuove discariche. S\u00ec alla costruzione di una vera e propria \u201cindustria dei rifiuti\u201d. Il comandamento \u00e8 chiaro: i rifiuti \u00absono una risorsa e come tale devono essere valorizzati alimentando un\u2019impiantistica che porti benefici economici ed occupazionali\u00bb. Parole d\u2019ordine: economia circolare e sostenibilit\u00e0.<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Spiega l\u2019assessora regionale toscana all\u2019Ambiente<\/strong> Monia Monni<\/strong>: \u00abLa nostra sfida \u00e8 trasformare i rifiuti in risorsa e in volano di crescita compatibile per innovazione e lavoro. Questo approccio trova nella definizione di “economia circolare” e nell’obiettivo della neutralit\u00e0 carbonica le sue ragioni che, per\u00f2, impongono un radicale cambio di metodo anche sul piano normativo e della pianificazione\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Il nuovo piano regionale dell’economia circolare \u00e8 quindi \u00aborientato alla prevenzione della produzione dei rifiuti<\/strong> e alla loro gestione finalizzata all’allungamento della vita della materia<\/strong> attraverso il riuso, il riciclo e il reimpiego nei processi produttivi, nel quadro di una complessiva minimizzazione degli impatti che passa dalle direttrici della riduzione della quantit\u00e0 di rifiuti prodotti e del sempre minor ricorso alle discariche\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Il percorso di adozione del nuovo Piano \u00absi occuper\u00e0 sia della stringente pianificazione dei rifiuti urbani sia della programmazione degli speciali<\/strong>\u00bb, nodo quest\u2019ultimo particolarmente “ostico”.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1456″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]Gli obiettivi delle imprese \u00a0<\/strong><\/p>\n <\/p>\n Impegno a realizzare impianti le cui emissioni, grazie all’utilizzo di tecnologie efficaci e a interventi di mitigazione, non incrementino, ad impianto in esercizio, le emissioni misurate prima dell’avvio della procedura di valutazione d’impatto ambientale.\u00a0<\/span><\/p>\n <\/p>\n \u00abL\u2019avviso pubblico \u2013 spiega\u00a0 Monni \u2013 si \u00e8 rivolto agli impianti industriali esistenti per verificare se nel proprio ciclo produttivo c’\u00e8 spazio per processi di valorizzazione dei rifiuti<\/strong>; a soggetti che intendono realizzare impianti di riciclo; a soggetti che intendono realizzare impianti di recupero dei rifiuti urbani da prevedere, come avviene tradizionalmente, all’interno del nuovo Piano; a soggetti che intendono realizzare impianti di recupero dei rifiuti speciali di derivazione urbana, cio\u00e8 trattati in impianti intermedi, in convenzionamento con le Autorit\u00e0 d’ambito\u00bb.<\/span> <\/p>\n Transizione degli attuali impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) verso vere e proprie “Fabbriche dei materiali” in grado di valorizzare al massimo anche i rifiuti urbani indifferenziati sia nella loro frazione secca sia umida: \u00abIl piano \u00e8 la modalit\u00e0 con cui, in accordo con i Comuni e le Aato (autorit\u00e0 di ambito territoriale ottimale), vengono prese le decisioni di pianificazione sui rifiuti urbani e la complessiva programmazione dei rifiuti speciali, che, come noto, rappresentano la maggiore quota di rifiuti prodotti, con l’obiettivo di assicurare il pieno soddisfacimento del principio di autosufficienza\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n \u00abUscire dalla logica lineare “preleva-produci-consuma-butta” significa costruire un modello complesso di gestione dei rifiuti che punti a recuperare tutta la materia possibile<\/strong>, nell’ottica di creare un’industria del riciclo che generi impatti positivi in termini ambientali, ma anche sociali ed economici\u00bb sintetizza l\u2019assessora Monni. <\/p>\n Sono state 36 le manifestazioni di interesse presentate nell\u2019ambito dell\u2019avviso pubblico esplorativo destinato alle imprese per la realizzazione di impianti di recupero e riciclo dei rifiuti. Che succede adesso?<\/strong> \u00c8 stato dato il via alla costituzione del gruppo di lavoro tecnico-istruttorio composto da Regione Toscana, le tre Autorit\u00e0 per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e l\u2019Agenzia Regionale Recupero Risorse. Il gruppo tecnico dovr\u00e0 svolgere una valutazione di coerenza delle manifestazioni di interesse presentate secondo i requisiti previsti. Terminata una prima verifica, verr\u00e0 informato il Consiglio regionale. Quindi verr\u00e0 attivato il percorso pubblico di informazione e partecipazione sulle nuove tecnologie presentate, il cui risultato, insieme all’esito della valutazione finale di coerenza, saranno oggetto di una nuova comunicazione al Consiglio regionale e confluiranno cos\u00ec nel quadro conoscitivo del piano regionale dell’economia circolare.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]I modelli di riferimento<\/strong><\/p>\n <\/p>\n La tecnologia ideale \u00e8 quella che non fa un filo di fumo, recupera carbonio che raffinato d\u00e0 vita a metanolo o idrogeno<\/strong>, sostanze utilizzabili nel ciclo “pulito” delle auto, ad esempio. Lo scenario che si apre in Toscana prevede chiusure di impianti, altri che rimangono in attivit\u00e0, altri ancora che entrano in campo in base alle offerte arrivate alla Regione.<\/p>\n <\/p>\n Stop definitivo agli inceneritori di Livorno e di Montale mentre restano in azione per i prossimi anni i termovalorizzatori di San Zeno ad Arezzo (Aisa) con ampliamento autorizzato dalla Regione e quello di Poggibonsi (Sienambiente) in modo che la zona sud della Toscana fin d\u2019ora abbia una certa autonomia nello smaltimento e recupero.<\/p>\n <\/p>\n Il punto di riferimento per capire il modello auspicato di impianto potrebbe essere quello che Alia ha in progetto di realizzare a Montale (area ex incenitore) insieme a tre Comuni (Montale, Montemurlo, Agliana). L\u2019impianto pu\u00f2 essere definito un gassificatore senza fuoco che recupera carbonio che raffinato d\u00e0 vita a metanolo e a idrogeno. La caratteristica di questo impianto, grazie alla sua tecnologia, potrebbe essere utile anche per il settore privato<\/strong>, in questo caso il distretto tessile che ha gravosi problemi di smaltimento degli scarti industriali (rifiuti speciali, circa 30mila tonnellate all\u2019anno).[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]I dubbi aperti<\/strong><\/p>\n <\/p>\n La trasparenza con il territorio, con i cittadini. Bisogna spiegare bene, molto bene cosa si realizza e come. Qual \u00e8 l\u2019impatto, quali i benefici.<\/strong> Non solo sconti in bolletta, ma anche cosa ne sar\u00e0 dell\u2019ambiente circostante l\u2019impianto. Una sfida nella sfida. E allora c\u2019\u00e8 allo studio da parte della Regione Toscana, anche l\u2019ipotesi di avvalersi di un vero e proprio Cts, comitato tecnico scientifico in cui ci sarebbero non solo esperti ma anche rappresentanti delle associazioni e dei cittadini.<\/p>\n <\/p>\n Seconda questione: gli scarti della produzione industriale. Sono parte cospicua e particolarmente inquinante. Le imprese chiedono risposte collettive, sono pronte a dotarsi anche a livello di distretti di impianti ad hoc. Ma molte offerte pervenute alla Regione Toscana prevedono oltre al trattamento della parte riciclabile dei rifiuti urbani anche il trattamento degli scarti speciali. Come attuare questo doppio binario che chiuderebbe definitivamente il cerchio dell\u2019economia circolare?<\/strong>[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”Tari-e-cittadini” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Luigi Caroppo<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]Che prospettive si aprono con le offerte delle imprese di gestione dei rifiuti in risposta alla domanda del bando della Regione Toscana?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abInteressanti, molto interessanti, ma che hanno bisogno di forti investimenti e del coinvolgimento del territorio affinch\u00e9 l\u2019annunciata rivoluzione green abbia radicamento ed efficacia. Bollette gi\u00f9, impianti di trasformazione dei rifiuti all\u2019avanguardia (con riciclo chimico) e verdi, addio discariche (restano solo quelle esistenti) e stop a ipotesi di termovalorizzatori\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Alia, la societ\u00e0 di gestione dei rifiuti della Toscana centrale<\/strong>, \u00e8 in prima fila per realizzare nuove infrastrutture rispondendo proprio al bando della Regione. Nicola Ciolini, presidente di Alia<\/strong>, gi\u00e0 consigliere regionale del Pd, pratese, spiega le strategie e le nuove alleanze sul mercato, ma anche il modo nuovo e pi\u00f9 incisivo, si spera, di rapportarsi con Comuni e cittadini.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1453″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]Presidente Ciolini, Alia \u00e8 in prima fila nei progetti di economia circolare e capofila di tre distretti. Credete davvero nella rivoluzione della Regione Toscana?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00ab\u00c8 un indirizzo coerente con gli indirizzi nazionali ed europei per la chiusura del ciclo della economia circolare. Noi ci crediamo e non siamo i soli. Lo testimonia il fatto che per rispondere a questa sfida abbiamo messo in campo uno sforzo importante, dando vita ad una \u201cAlleanza per l\u2019Economia Circolare\u201d coinvolgendo nostri partners fortemente radicati sul territorio come Zignago Vetro e Scapigliato assieme a players che lavorano in tutto il mondo, come Maire Tecnimont, specializzata nei progetti per la transizione energetica e la chimica verde e Suez, secondo leader mondiale nel campo delle acque e dei rifiuti. Alleanza che riteniamo una piattaforma che consideriamo aperta agli altri gestori (e non solo) toscani con i quali stiamo dialogando\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Quanti soldi siete disposti ad investire nei nuovi progetti per Empoli, Pontedera e Rosignano?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abComplessivamente l\u2019investimento sui tre distretti cuba oltre un miliardo e cento milioni di euro, con circa duemila occupati nella fase di costruzione e poi a regime circa duecento persone occupate ad impianto, tra diretti e indiretti nella gestione, oltre ad altre forme di indotto locale\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n La sinergia Alia e privati \u00e8 una nuova dimensione che offrite al mercato. Sar\u00e0 vincente?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abAbbiamo gi\u00e0 una esperienza vincente in proposito. Da tempo abbiamo lavorato a sinergie con altri operatori privati che ci hanno consentito il salto tecnologico su alcune filiere, con effetti positivi in termini di qualit\u00e0 del nostro riciclo. Pensiamo a Zignago nella filiera del vetro, Montello in Revet per il recupero della plastica, Relife nel mondo cartario. Con ottimi risultati e reciproca soddisfazione: su tutta la filiera del riciclo meccanico queste sinergie hanno prodotto straordinari risultati: la raccolta differenziata \u00e8 pari al 66 per cento; recuperiamo il 96,5 per cento del vetro , il 69 per cento del multimateriale (vetro, plastica e lattine), l\u201982 per cento della frazione organica e oltre l\u201989 per cento della frazione cellulosica. La transizione ambientale ed ecologica necessita di forti investimenti non solo economici ma anche in competenze e innovazione tecnologica e i nostri partners garantiscono un salto di qualit\u00e0 su questo terreno\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Chi ci guadagna?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abTutti. L\u2019ambiente e i cittadini innanzitutto. I tre distretti sarebbero in grado di annullare il deficit impiantistico sugli scarti che rimangono dopo che abbiamo recuperato tutto ci\u00f2 che i nostri cittadini si sforzano di separare nella raccolta differenziata. Il materiale non recuperabile non pu\u00f2 che andare in nuove discariche, che sappiamo sono fortemente contrastate dalle politiche europee sulla economia circolare e non potranno ricevere pi\u00f9 del 10 per cento nei prossimi anni, o partire per termovalorizzatori fuori regione o all\u2019estero, con i costi ambientali ed economici che ne derivano. Pensiamo a come \u00e8 schizzato il costo della nostra bolletta energetica per l\u2019assenza di impianti e la dipendenza dall\u2019estero, sappiamo gi\u00e0 che quel rischio non \u00e8 molto distante per quanto riguarda i rifiuti\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1496″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]La sindaca di Empoli chiede che i Comuni che ospitano impianti abbiano tariffe per i cittadini. Ci spieghi meglio. Fino a quanto i cittadini possono avere sconti sulle tariffe?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abSiamo lieti di aver avviato un confronto trasparente su questo percorso e i sindaci chiedono garanzie sul versante industriale con tecnologie e impianti a basse emissioni, assieme a benefici concreti per le loro comunit\u00e0. Lo riteniamo corretto e stiamo dando risposte su queste prime valutazioni. Quello della tariffa \u00e8 un tema che andr\u00e0 affrontato assieme ai comuni e all\u2019Ato, l\u2019autorit\u00e0 d\u2019ambito che ha le competenze sul tema. Per quanto riguarda Alia abbiamo dato ampia disponibilit\u00e0 ai comuni per discutere di benefici concreti e percepibili dai territori, dentro un quadro di sostenibilit\u00e0 generale.<\/p>\n <\/p>\n Tutto il processo che porta metanolo e idrogeno parte dalla raccolta differenziata. Lei pratese sa che si pu\u00f2 fare sempre di pi\u00f9 come dimostra la citt\u00e0 del tessile. Alcune citt\u00e0 vanno al rallentatore per\u00f2.<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abLa nostra priorit\u00e0 rimane quella di differenziare il pi\u00f9 possibile; abbiamo alcune aree che sono molto avanti nella percentuale di raccolta differenziata, tutto l\u2019empolese e la provincia di Prato, che vantano primati importanti. Un\u2019esperienza che mettiamo accanto a progetti di trasformazione in corso nei grandi centri come Firenze e Pistoia che cominciano a produrre risultati in linea con le aspettative. Alia sta investendo molto nelle filiere del riciclo. Abbiamo presentato nel PNRR diversi impianti per il riciclo e recupero della carta, dei RAEE, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, dell\u2019umido. Ci stiamo quindi attrezzando per spingere al massimo recupero e riciclo. I tre distretti ci aiuteranno a chiudere il cerchio, smaltendo solo quella percentuale di materiale che non \u00e8 tecnicamente recuperabile\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Il problema degli scarti industriali come si risolve? Pensa che gli impianti per rsu possono integrarsi con modalit\u00e0 ad hoc per gli speciali?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abLa tecnologia che abbiamo scelto, tecnicamente, consente anche il trattamento degli scarti delle filiere industriali locali. Su questo dovr\u00e0 decidere la Regione\u00bb.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]Condivisione di progetti con il mondo civile e i cittadini. Che farete?<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abIntanto mi lasci dire, questo \u00e8 un tema che ci siamo posti sin dal principio. Vogliamo inaugurare un metodo nuovo. Accanto al lavoro di progettazione di questi studi di fattibilit\u00e0 per i distretti, abbiamo affiancato una attivit\u00e0 di ascolto dei territori e di una larga platea di stakeholders a livello regionale. Abbiamo raccolto indicazioni e bisogni dei territori che sono stati utili a progettare dal basso il modello dei \u201cdistretti circolari\u201d. Ora inizieremo la fase pi\u00f9 operativa di confronto con le amministrazioni del territorio, senza distinzioni di maggioranze e minoranze, con le associazioni, le categorie produttive, i cittadini. Parleremo con tutti, in maniera trasparente ed aperta. Riteniamo di aver elaborato delle proposte avanzate, green, innovative che possono risolvere problemi e trasformare i rifiuti in risorsa\u00bb.<\/p>\n <\/p>\n Il Pd di Pisa alza gi\u00e0 le barricate. Dice che bisogna confrontarsi e prevedere una distribuzione sui territori degli impianti. Insomma la strada non \u00e8 in discesa.<\/strong><\/p>\n <\/p>\n \u00abSe la strada fosse semplice non saremmo ancora qui a parlarne con dieci o quindici anni di ritardo. Mettiamo concretamente in fila i fatti. La Regione Toscana ha lanciato un avviso chiedendo alle imprese di farsi carico delle proposte. Noi abbiamo preso sul serio questa scadenza, lavorando per mettere in piedi una alleanza di imprese leader di settore e un modello innovativo e sostenibile: \u201cil Distretto circolare\u201d che \u00e8 un progetto flessibile che si pu\u00f2 integrare con le esigenze dei territori che lo ospiteranno. Apriremo per questo una fase di ascolto e confronto. La Politica sar\u00e0 chiamata a decidere e far scelte. Abbiamo molto rispetto e non entriamo nel dibattito tra le forze politiche, crediamo che ciascuno debba far la propria parte, auspicando che si possa discutere rapidamente nel merito e trovare soluzioni condivise per i nostri territori\u00bb.[\/vc_column_text][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” el_id=”scarti-speciali” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_column_text]<\/p>\n di Stefano Brogioni<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_separator type=”normal” up=”32″ down=”32″][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”grid” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2\/3″][vc_empty_space][vc_column_text]\u00abAbbiamo scaricato tutti i fanghi della conceria di Santa Croce sull’Arno\u2026 Il clan aveva una base in Toscana. Il primo del mese andavo in Toscana a incassare da 700 a 900 milioni di lire. Meglio di un bancomat\u00bb. L’ex camorrista Gaetano Vassallo, il pentito della \u201cterra dei fuochi\u201d racconta<\/strong>, anche in un libro (Cos\u00ec vi ho avvelenato<\/em>, il titolo), il grande business dei rifiuti.<\/strong> Un ghiotto affare dove i clan campani misero per primi le mani, nel secolo scorso. Criminalit\u00e0 organizzata di servizio: non agguati e lupare, ma tir e container, pronti a sollevare le imprese del ricco e operoso centro-nord dai costi, spesso esorbitanti, dello smaltire \u201cregolare\u201d.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]La Toscana produce. E chi produce fa anche rifiuti.<\/p>\n <\/p>\n Concerie, pelletterie, cartiere: le ultime grandi inchieste giudiziarie dell’Antimafia toscana raccontano anche questo aspetto dell’economia<\/strong>. E accendono un faro su quella zona grigia che fiancheggia l’imprenditoria pulita, e che rende meno netti i contorni del lecito e dell’illecito. Secondo le stime, le industrie toscane, in un anno, fabbricano anche dieci milioni di tonnellate di rifiuti speciali, e non c’\u00e8 la capacit\u00e0 interna di assorbirli tutti.<\/p>\n <\/p>\n Le concerie, settore d’indiscussa eccellenza e traino della nostra economia, partecipano a questa \u201cproduzione\u201d<\/strong>. Del caso \u201ckeu\u201d, sono piene le cronache. Ma \u00e8 bene ricordare che il terremoto giudiziario \u2013 ancora in corso \u2013 ha gi\u00e0 raggiunto alcune sentenze inappellabili. E cio\u00e8 che anche sotto le nostre finestre ci sono delle piccole \u201cterre dei fuochi\u201d dove sono stati seppelliti, seppur mischiati ad altri materiali, scorie di conceria cariche di cromo. Il quinto lotto della Sr 429, il caso pi\u00f9 eclatante: stando alle intercettazioni dei carabinieri forestali, del Noe e del Ros, nel sottofondo stradale, pericolosamente vicino alle falde dei pozzi della gente che vive tra Empoli e Castelfiorentino, ce ne sono finite 8mila tonnellate. Nell’ex area Vacis di Pisa, i test di cessione sul terreno hanno sancito che i valori di cromo e solfati sono fuori da qualsiasi limite.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1571″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]Pi\u00f9 risparmio, pi\u00f9 guadagno<\/strong>. Perch\u00e9 Aquarno, il depuratore che \u201cproduce\u201d il keu, residuo dei fanghi, abbia commissionato all’impresa di Francesco Lerose<\/strong>, il calabrese trapiantato in Toscana accusato di essere vicino alla cosca Grande Aracri, lo smaltimento di questo rifiuto, \u00e8 la chiave che apre praticamente tutte le porte, quando si parla di appetiti criminali: i soldi.<\/p>\n <\/p>\n Il trattamento in discarica del keu costa oltre 200 euro alla tonnellata<\/strong>. Lerose, secondo gli accertamenti degli inquirenti, si \u201caccontentava\u201d di 60. E anzich\u00e9 riutilizzarlo nella sua versione \u201clecita\u201d, cio\u00e8 la realizzazione di conglomerati bituminosi, il keu sarebbe stato frullato nelle baie dei suoi due stabilimenti di Pontedera e Bucine, mescolato ad altri sottoprodotti e rivenduto (o svenduto) sotto forma di un \u201csabbione\u201d, a chi aveva bisogna di materiale di riempimento da cantiere. Per i clienti di Lerose, la procura di Firenze calcola un ingiusto profitto (derivato dal risparmio nel costo di smaltimento) che oscilla tra i 6 e i 24 milioni di euro.[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]Nei campi blu non dipinti di blu. Ad attirare il tessuto imprenditoriale sano verso quella zona grigia in cui sguazza anche la malavita, \u00e8 l’obiettivo di ridurre i costi e quindi di massimizzare i guadagni<\/strong>. Sempre nel settore conciario, a breve comincer\u00e0 l’udienza preliminare di un’altra inchiesta choc. Choc come il colore che hanno assunto le coltivazioni dei campi \u201cconcimati\u201d con il Natifer e il Carbocal. Sotto accusa c’\u00e8 il defunto Sgs, consorzio che trattava un altro scarto delle produzione conciaria: il carniccio. Dal carniccio sarebbero dovuti nascere dei fertilizzanti. Tentativo lusinghiero di economia circolare, ma fallito sin dai primi spargimenti. Perch\u00e9 il cromo, i cloruri e i solfati, secondo le risultanze investigative, di cui era carico il fertilizzante, fece mutare in blu 150 ettari di campi nelle province di Firenze e Pisa.<\/p>\n <\/p>\n Tentativo che ricorda il \u201cpulper\u201d, altro abbozzo di \u201ceconomia circolare\u201d diventato fascicolo giudiziario<\/strong>. Siamo nel distretto cartiario, un’area di 750 chilometri quadrati tra le province di Lucca e Pistoia. Qui arrivano carta e cartone delle raccolte differenziate. I procedimenti industriali necessari al riciclo producono appunto il \u201cpulper\u201d. Pu\u00f2 essere un \u201cammendante\u201d per i terreni agricoli? Per la procura no. Il processo \u00e8 in corso.<\/p>\n <\/p>\n La malavita \u00e8 organizzata<\/strong>. Ci sono infine rifiuti che non trovano \u201cricollocazione\u201d. Ma la malavita \u00e8 organizzata anche in questo. Dietro allo smaltimento di ritagli di pelle e stoffa delle confezioni \u2013 di Prato, ma non solo \u2013 ci sono i clan. Frequenti i sequestri di capannoni, presi in affitto al solo scopo di \u201cnascondere\u201d quello che costa troppo smaltire. Nel febbraio scorso, la Dda di Firenze ne ha sigillati quattro a Santa Maria a Monte. Secondo gli inquirenti, non saranno gli ultimi.[\/vc_column_text][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”grid” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=””][vc_column][vc_empty_space][vc_empty_space][vc_column_text]<\/p>\n [\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1459″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/mafiatoscana\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1462″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/covidfuturo\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/3″][vc_single_image image=”1581″ img_size=”full” onclick=”custom_link” img_link_target=”_blank” qode_css_animation=”” link=”https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/montedeipaschi\/”][vc_empty_space][\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_empty_space height=”64px”][\/vc_column][\/vc_row]<\/p>\n<\/div>","protected":false},"excerpt":{"rendered":" [vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” css=”.vc_custom_1650470502194{background-image: url(https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-content\/uploads\/sites\/16\/2022\/04\/qn_toscana_cover-landing-2.jpg?id=1560) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}” z_index=”” el_class=”fullwidth-box” background_image=”686″][vc_column][vc_empty_space height=”64px” el_class=”header-image-space”][vc_column_text] La Toscana e il ciclo dei rifiuti, tra business, ambiente e opportunit\u00e0 [\/vc_column_text][vc_empty_space height=”8px”][vc_column_text][\/vc_column_text][\/vc_column][\/vc_row][vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” z_index=”” el_class=”inline-menu”][vc_column][vc_raw_html]JTVCbWVudSUyMG5hbWUlM0QlMjJSaWZpdXRpVG9zY2FuYSUyMiU1RA==[\/vc_raw_html][\/vc_column][\/vc_row][vc_row…<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":1589,"parent":0,"menu_order":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","template":"full_width.php","meta":{"footnotes":""},"class_list":["post-835","page","type-page","status-publish","has-post-thumbnail","hentry"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/835","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/pages"}],"about":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/types\/page"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=835"}],"version-history":[{"count":17,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/835\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":1584,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/pages\/835\/revisions\/1584"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/media\/1589"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/inchieste.quotidiano.net\/rifiutitoscana\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=835"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}\n\n\t \n Indice degli articoli <\/span>\n<\/span>\n\n \n <\/span>\n <\/span>\n <\/span>\n<\/span>\n<\/h4>\n
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Costi alti e ricorso alle discariche. Perch\u00e9 la svolta verde \u00e8 fondamentale<\/h2>\n
Italia e Toscana, dati e prospettive a confronto<\/h3>\n
Il nuovo comandamento: “I rifiuti sono una risorsa”<\/h2>\n
L’assessore regionale Monia Monni e il la sfida della crescita: \u00abUn piano per ridurre l’uso delle materie prime\u00bb<\/h3>\n
\n<\/span>[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_column_text]La transizione ecologica<\/strong><\/p>\n
\n<\/strong>[\/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”1543″ img_size=”full” add_caption=”yes” qode_css_animation=”” qode_hover_animation=”zoom_in”][vc_empty_space][vc_column_text]I primi risultati<\/strong><\/p>\nDistretti circolari, la frontiera green<\/h3>\n
Tari e cittadini: ecco cosa cambia<\/h2>\n
Alia svela le strategie. Nuovo dialogo e forti investimenti<\/h3>\n
Si allungano i tentacoli della criminalit\u00e0<\/h3>\n
Cos\u00ec i rifiuti diventano affari sporchi<\/h2>\n
Appetiti sugli scarti speciali dell’industria<\/h3>\n
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