San Patrignano, una storia italiana

a cura di Michele Brambilla

Siamo oggi raggiunti da migliaia e migliaia di informazioni. E meno male: un mondo in cui non ci fosse una grande circolazione di informazioni non sarebbe un mondo libero. Ma, a volte, questa abbondanza diventa sovrabbondanza, al punto da confonderci, perfino da travolgerci. Fatichiamo a capire, a distinguere, a orientarci.
Per questo, il nostro gruppo editoriale comincia qui un nuovo percorso. Un percorso nel quale ci è chiesto, e vi è chiesto, di fermarsi ogni tanto: per cercare di saperne di più, di approfondire, di riflettere. Di conoscere, oltre alla cronaca, la storia: o, almeno, le storie.

Questa su San Patrignano è la prima di una serie di inchieste realizzate dalle nostre redazioni e pubblicate su siti dedicati. Siamo partiti da Sanpa perché è uno di quei temi che, ancora, dividono l’opinione pubblica. Che cos’è l’opera cominciata, molti anni fa, da Vincenzo Muccioli? Santità o peccato? L’Italia, come spesso accade, si è divisa in due partiti, per i quali è tutto bianco o tutto nero. Indagando, andando ad ascoltare i protagonisti e i testimoni, abbiamo cercato di saperne di più: magari riscoprendo un’antica verità, e cioè che nulla è tutto bianco o tutto nero, e che il santo – come dice la Bibbia – pecca sette volte al giorno. Ma quello che conta è il raccolto della sua semina.

1° PUNTATA

La disperazione: nel tunnel della droga

“Ho guardato mio figlio negli occhi e ho visto il vuoto. Un giorno ho trovato una siringa tra le sue cose e mi è crollato il mondo addosso. Abbiamo capito che dovevamo farlo entrare in una comunità”, racconta la mamma di un ragazzo. “Il percorso di recupero inizia quando tu accetti di dover cambiare le cose. Devi essere messo alle strette e in genere sono le famiglie a metterti in quelle condizioni”, spiega il presidente di San Patrignano, Alessandro Rodino Dal Pozzo.

2° PUNTATA

La vita a Sanpa

“Qui dentro i tuoi problemi diventano i problemi di tutti”. “Anch’io sono entrato nella comunità di San Patrignano, nel lontano 1985”, ricorda Alessandro Rodino Dal Pozzo. “La maggior parte delle richieste di ingresso arriva per telefono o per mail”, spiega Virgilio Albertini, responsabile dell’accoglienza. Spesso sono le famiglie a chiederlo. Per scelta, la comunità non ha mai chiesto ai suoi ospiti di pagare una retta. “La nostra è una comunità fondata sull’amore e sulla formazione professionale, con tantissime attività che sono state strutturate perché potessero diventare anche vendibili”, sottolinea Rodino Dal Pozzo.

3° PUNTATA

Il metodo: una comunità che punta al reinserimento sociale e lavorativo

“Abbiamo 35 settori formativi ed è l’ufficio accoglienza che si occupa di assegnare a ogni ragazzo il proprio settore, a seconda delle sue caratteristiche”, spiega Virgilio Albertini, responsabile dell’accoglienza. A Sanpa si producono vini, formaggi, salumi e tanto altro, ci sono il forno e il laboratorio di carte da parati, la tessitura e la falegnameria. I ragazzi si occupano di tutto all’interno della comunità: dai pasti alla lavanderia, fino ai piccoli lavori di manutenzione. “Ci impegniamo per sostenere la comunità e imparare un lavoro che sarà per noi fondamentale quando ci reinseriremo”, raccontano i ragazzi.

4° PUNTATA

L’amore e la rinascita

“L’amore è difficile a Sanpa”. Gli ospiti sono divisi tra uomini e donne, “perché non abbiano distrazioni. Molto spesso i ragazzi si illudono che l’amore e il sesso possano essere un modo per superare la tossicodipendenza, ma non è così.”, spiega Virgilio Albertini, responsabile dell’accoglienza. Nonostante le regole ferree, sono nate tante coppie a San Patrignano.
Quando arriva la fine del percorso, per ogni ospite è una festa nella comunità. Si organizzano scenette, canti, viene consegnata una pergamena. Ogni anno sono centinaia i ragazzi che terminano il loro cammino. “Continuiamo a seguire i ragazzi anche dopo la loro uscita. E fra chi porta a termine il percorso, a distanza di tre anni dalla fine – sottolinea Albertini – il 72% dei nostri ex ospiti non ricade nella droga”.

CREDITI

Un’inchiesta di


QN Il Resto del Carlino


Produzione


EDITORIALE NAZIONALE

VIDEO HUB


Michele Brambilla – Direttore Quotidiano Nazionale e Il Resto Del Carlino
Beppe Boni – Giornalista Il Resto Del Carlino
Filippo Graziosi – Giornalista Il Resto Del Carlino
Manuel Spadazzi – Giornalista Il Resto Del Carlino


Si ringrazia la comunità di San Patrignano


Alessandro Rodino Dal Pozzo – Presidente

Antonio Boschini – Responsabile terapeutico

Virgilio Albertini – Responsabile accoglienza
Laura Rossi – Responsabile cucina
Lorenzo Luciani – Responsabile corsi di formazione
Eugenia Marelli – Responsabile negozio Spaccio

Alessandro – Ospite settore Forno
Cara – Ospite settore Lavanderia
Donata – Ospite settore Decorazioni

Marian – Ospite settore Ospitalità
Nadine – Ospite Centro Minori
Paride – Ospite settore Falegnameria
Stefano – Ospite settore Ospitalità

Massimo Rossi – Papà di Marco, Ex-ospite
Nadja Bonacin Radovanovic – Mamma di Carlo, Ex-ospite
Jessica – Ex-ospite di San Patrignano
Marco – Ex-ospite di San Patrignano
Emilia – Ex-ospite di San Patrignano

Matteo Diotalevi – Ufficio Stampa San Patrignano
Alex Nasser – Settore audiovisivi San Patrignano

Articoli Correlati