Darsena Europa,
la porta verso il futuro

«Voglio il cantiere entro fine legislatura»

Livorno, il sindaco Salvetti: «La Darsena Europa svilupperà anche una forte sinergia con Piombino e La Spezia. E c’è grande attenzione all’ambiente»

di Michela Berti

Il porto di Livorno ha un ruolo strategico al centro del Mediterraneo occidentale. È tra i primi scali nazionali per il multipurpose. Nodo logistico naturale per la Toscana movimenta oltre 44 milioni di tonnellate di merci e 9 milioni di passeggeri all’anno. È il principale scalo italiano, per i prodotti forestali, auto nuove ed uno dei più importanti per il traffico di Ro Ro. Ma la moderna sfida del porto di Livorno è l’ampliamento verso mare: la Darsena Europa. Infrastruttura progettata per accogliere grandi navi, offrirà 3 km di banchine, 2 grandi terminal, 2 milioni di metri quadrati di nuove aree e un nuovo ingresso portuale con fondali fino a meno 20 metri di profondità.

Darsena Europa. Sogno o realtà? Lo chiediamo al sindaco di Livorno, Luca Salvetti.

 

«Adesso è realtà, perché la parola sogno poteva reggere fino a un paio di anni fa. E lo abbiamo vissuto quando è partito il mega progetto diventato poi light. Poi si è concretizzato attraverso i finanziamenti pubblici. Quindi una volta la cifra sulle opere pubbliche, la Darsena Europa da sogno è diventata realtà. Con l’arrivo di Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità Portuale come commissario, la procedura ha avuto un iter accelerato. Siamo arrivati alla firma e all’affidamento del progetto alle aziende che hanno vinto l’appalto e quindi ora si può parlare di infrastruttura concreta che dedicherà il futuro di questa città».

 

Per far sì che non sia una cattedrale nel deserto (potrebbe rischiare di esserlo se si guarda solo il mare) state puntando sul potenziamento delle infrastrutture soprattutto ferroviarie. Quali sono le novità?

 

«L’idea di alzare l’asticella mi piace. Nel senso che prima non c’era la Darsena Europa e tutti si concentravano sul fatto di averla. Una volta concretizzato il percorso, è anche giusto guardare a cosa è necessario per far sviluppare al massimo questa Darsena. E quindi ecco la sfida delle Ferrovie e delle linee di comunicazione migliori possibili per la Darsena Europa che comunque non è una cattedrale nel deserto. Avrà il vantaggio di proporre banchine e fondali adatti allo sviluppo del terzo porto in Italia che avrà un ruolo importante nel Mediterraneo. Ma anche libererà altre aree come la Darsena Toscana e la Sponda Est che potranno essere dedicate in maniera più strutturata e con meno sofferenza ad altri tipi di traffici. Abbiamo l’obbligo di farla diventare una piattaforma davvero europea attraverso quello che manca ovvero il raccordo ferroviario che dunque è essenziale».

Luca Salvetti, il sindaco di Livorno

C’è chi dice che questa Darsena Europa nascerà già vecchia, sappiamo i tempi di realizzazione di certe infrastrutture nel nostro Paese…

 

«Non è assolutamente una piattaforma che nasce vecchia. Con questa infrastruttura costruiamo spazi enormi. L’approntamento dell’operatore che sarà a banchina farà sì che sopra ci saranno delle tecnologie all’altezza, al passo con i tempi. La modernità sta tutta nel fatto che con questa opera Livorno non rimane fuori dal sistema della logistica e dei trasporti via mare mediterranei e mondiali. Senza quello saremmo stati tagliati fuori».

 

Cosa vogliamo dire ai vicini di casa, agli amici pisani preoccupati per quelle che possono essere le ricadute di questa opera sul litorale a nord di Livorno?

 

«Devo dire che il sindaco di Pisa ha rilevato con grande puntualità certe istanze, ovvero che ci deve essere una grande attenzione ai temi ambientali. Un aspetto questo che nessuno nega, neanche il sindaco di Livorno. Cioè non è che per fare la Darsena Europa un livornese deve essere disposto a vede ribaltare il lungomare e la costa che è poi costa di tutti. A Tirrenia e Calambrone ci vanno sia i pisani che i livornesi che i fiorentini. Dunque ci deve essere una grande attenzione sul fronte ambientale. Studi adatti e valutazioni di impatto ambientale che sono già previste nell’iter. Avute le giuste assicurazioni, l’opera va fatta. E mi sembra che anche il sindaco di Pisa abbia sottolineato questo aspetto. Non lo vedo un problema».

 

Cronoprogramma?

 

«All’interno dell’Autorità di sistema mi sembra che sia stato creato un gruppo di lavoro che va come un fulmine. È concentrato su questa opera e la conferma arriva nel rapporto con le aziende che abbiamo conosciuto nel recente passato. Scherzando con Guerrieri dico sempre: “Ok la presentazione, ok la firma ma io voglio il cantiere aperto a Calambrone!”».

Pensa di incassare questo cantiere entro la legislatura?

 

«Io penso di sì. Sia chiaro, non è un incasso del sindaco, ma della città. Potrebbe essere fatto questo passaggio prima della fine del mio mandato ma indipendentemente sono certo che in quel momento Luca Salvetti ci sarà in qualunque veste».

 

Cosa rappresenta, ancora oggi, il porto di Livorno a livello economico per la nostra città?

 

«La prima frase della mia tesi di laurea sull’industria cantieristica a Livorno è “Il porto è il motore dell’economia di Livorno e lo è sempre stato”. E questo viene confermato ora, con grande valenza. Tutta la struttura industriale intorno al porto è andata in affanno. Resiste una parte che difendiamo con le unghie e con i denti. Ma proprio perché tante realtà industriali sono venute meno, la parte portuale con la logistica che si è aggiunta – sto pensando al traffico ro-ro – ha un valore ancora più forte».

 

Livorno, Piombino: due città politicamente amministrate da colori diversi. Piombino dal centrodestra, Livorno dal centrosinistra. Un unico presidente, Luciano Guerrieri, ex sindaco di Piombino di matrice Pd. Tra questi due porti c’è integrazione o rivalità?

 

«Piombino è un porto complementare che dà opportunità al sistema portuale complessivo. Io parto da un altro concetto: immaginiamo l’imprenditore che vive in Cina: per lui quello è un puntino sulla carta che comprende Livorno, Piombino, La Spezia. Un sistema complessivo nel quale non possiamo farci la guerra perché vinciamo contro il vicino ma poi complessivamente si perde di fronte al sistema mondiale del commercio via mare. Piombino si può benissimo spostare con il porto di Livorno».

«Navi più grandi porteranno più lavoro per tutti»

Il presidente di Uniport, De Filicaia: «La vera svolta con l’acquisizione di spazi. Ne avremo di più rispetto a Genova e La Spezia»

di Michela Berti

Uniport, cooperativa livornese che dà lavoro a 140 persone. Svolge servizi di carico e scarico navi, stivaggio della merce, rizzaggio e carichi eccezionali, rallaggio e controllo delle merci. Da quasi 40 anni è un punto di riferimento per il lavoro portuale. Con il presidente di Uniport Yari De Filicaia parliamo delle aspettative che aziende, imprese e cooperative portuali hanno della Darsena Europa.

«Abbiamo molte aspettative per questa grande opera di espansione del porto verso il mare. Una grande opportunità di sviluppo del nostro scalo dove saranno liberate nuove aree importanti per attrarre traffici che a oggi non possiamo intercettare per mancanza di spazi. La Darsena Europa sarà un elemento sicuramente di novità che rappresenterà la vera svolta del porto».

 

Siamo in ritardo secondo lei?

 

«Se fosse stata già pronta sarebbe stato meglio, è chiaro. Ma il lavoro svolto dall’Autorità portuale di sistema ha permesso di dare un’effettiva accelerata, un cambio di passo decisivo. Ora si passa al tempo della realizzazione e anche dell’organizzazione che dovrà esserci».

 

La Darsena Europa richiederà nuova professionalità?

 

«Una riflessione sulle professionalità e sull’organizzazione del lavoro è una delle priorità che l’Autorità Portuale di Sistema ha messo nella recente revisione dell’organico in porto. Serve capire quali professionalità serviranno. Sarà un’infrastruttura al passo con i tempi. Le navi che oggi scalano a Livorno per arrivare ai terminal devono passare dal canale industriale. Quando la Darsena Europa sarà realizzata questo passaggio limitante non ci sarà più. Per non parlare dei fondali che permetteranno di fare un passo avanti anche sul tipo delle navi».

 

Vi state preparando a una vera e propria rivoluzione dello scalo livornese…

 

«Pensiamo alla sponda est e quella ovest, dove oggi è concentrato il traffico dei container e le smobilitiamo perché quel lavoro sarà trasferito dentro la Darsena Europa, è chiaro che avremmo un altro porto da mettere a disposizione di nuovi traffici. Ci sarà un meccanismo a catena che aprirà grandi opportunità per gli operatori».

Yari De Filicaia, presidente di Uniport

Il progetto è chiaro, i soldi ci sono. Ora i tempi devono essere certi…

 

«L’Autorità portuale ha ricomposto anche sul fronte della programmazione degli interventi. Ma c’è un problema che va risolto»

 

Quale?

 

«Quello dell’ultimo miglio. Ovvero il collegamento della Darsena Europa all’entroterra. Qui il Governo e la Regione devono essere veloci nel reperire le risorse per farlo. E’ il rischio più grosso. L’Autorità e il Comune, il parlamentare di Livorno Andrea Romano e il consigliere regionale Gazzetti stanno facendo un lavoro certosino. Ci aspettiamo però che il presidente della Regione, in un rapporto con il Governo e con le istituzioni locali, centralizzi questo tipo di investimento. Perché questa infrastruttura porterà economia e dunque lavoro. Non si possono rischiare di vanificare gli effetti positivi che questa infrastruttura avrà sull’economia livornese e più in generale toscana».

 

Il dibattito sull’opportunità di fare la Darsena Europa è stato lungo…

«Troppo. Da anni dico che dobbiamo smettere di fare discussione sull’opportunità di fare la Darsena Europa. La discussione si è esaurita con l’approvazione del piano regolatore del 2015. Va fatta, punto. Altrimenti perdiamo di vista questioni come quella dei collegamenti che non hanno ancora una loro linearità come invece la costruzione della Darsena Europa. Questa opera serve eccome. Aprirà scenari importanti, anche seguendo il processo di cambiamento che c’è nella logistica ma anche nel manifatturiero. C’è la possibilità effettiva di regionalizzare alcune lavorazione e riportare sui territori una parte di produzione che per motivi economici negli anni scorsi è stata portata fuori. Avere nelle aree nel porto, come ci saranno, degli spazi retrostanti daranno una marcia in più a Livorno. A Spezia e Genova questi spazi non ci sono e Livorno potrebbe avere una grande opportunità».

«Pisa favorevole, ma attenzione alle criticità ambientali»

Il sindaco Conti: «Sviluppo infrastrutturale e crescita economica sono fondamentali anche per la nostra città»

di Paola Zerboni

Lo ha ribadito il sindaco pisano, Michele Conti, al convegno organizzato giorni fa da Confcommercio per fare il punto su Darsena Europa, la maxi-piattaforma da oltre 450 milioni di euro, tre chilometri di banchine e due milioni di metri quadrati di nuove aree, che – entro il 2026 – amplierà sempre più le potenzialità e i traffici del porto di Livorno, nodo logistico naturale per tutta la Toscana. I lavori partiranno entro questa estate e avranno una durata di circa 4 anni e mezzo.

Ma, come annunciato proprio al convegno di Confcommercio, dal presidente della Port Authority Alto Tirreno Luciano Guerrieri e come esplicitamente chiesto dal sindaco e dagli imprenditori balneari pisani, lo sviluppo del porto di Livorno non dovrà realizzarsi a discapito di Pisa e del suo Litorale. Dove, tra lettini e ombrelloni, l’industria delle vacanze al mare produce il 32% del pil provinciale.

Michele Conti, sindaco di Pisa

«La nostra amministrazione – puntualizza il sindaco Conti – non è contraria alla realizzazione dell’opera in sé; anche per noi sono fondamentali lo sviluppo infrastrutturale e la crescita economica. Ma proprio per questo crediamo che non sia lecito tralasciare gli aspetti di criticità soprattutto in campo ambientale».

 

Il Comune di Pisa non è rimasto a guardare progetti e cantieri. Le preoccupazioni per l’impatto, in termini di erosione costiera, che la super-banchina potrebbe avere sulla costa pisana da Calambrone a Marina di Pisa, sono supportate da studi scientifici.

 

«Abbiamo commissionato due studi, con un investimento di 70 mila euro di risorse comunali, per valutare l’impatto ambientale sulla costa pisana – spiega Conti – . Il primo studio meteomarino e idraulico ha stabilito che la realizzazione della Darsena Europa determinerà un impatto nel tratto di costa compreso nei primi due chilometri a nord della foce dello Scolmatore. «Nel contempo – spiega ancora il sindaco Conti – a bilancio abbiamo già stanziato altri 40 mila euro: chiediamo alla Regione e agli soggetti coinvolti che compartecipino alle spese in modo che lo studio possa essere ancora più approfondito».

Una spiaggia del litorale pisano

«È stato detto che ci sono 95 milioni di risorse per la Regione da destinare al contrasto dell’erosione costiera – continua il primo cittadino pisano –. Chiedo al governatore Giani di fare scelte oculate e scegliere tre-quattro zone fra le più critiche e non distribuire risorse a pioggia. Chiediamo inoltre garanzie sulle opere di difesa idraulica, che siano progettate e realizzate in modo efficace, non come quelle esistenti a Marina di Pisa, frutto di scelte politiche sbagliate del passato, che richiedono interventi continui e dispendiosi».

 

Archiviati gli anni delle liti da derby Pisa-Livorno sulle porte vinciane, quando Comune di Pisa e Autorità Portuale non si parlavano nemmeno e i fanghi dello Scolmatore d’Arno insabbiavano la Darsena Toscana e il Porto livornese, il nuovo corso è all’insegna del dialogo e dell’ascolto reciproco.

 

«Abbiamo avuto e avremo ancora – sottolineava Guerrieri – la massima attenzione all’ambiente e già ora gli studi fatti ci dicono che è gestibile e già nella procedura di gara abbiamo inserito le migliorie indicate dalla commissione che dovrà valutarne l’impatto ambientale. Il nostro obiettivo è realizzare questa infrastruttura e farla bene, per questo abbiamo anche pensato agli intrecci economici tra la realtà pisana e livornese e abbiamo riflettuto sulla difese delle sponde, su un sabbiodotto e su una darsena che permetta ai Navicelli di non sovrapporsi all’attività portuale». Le opzioni sarebbero quindi un «sabbiodotto» che rimetta in mare la sabbia necessaria a contenere effetti erosivi e una «darsena» a servizio dei Navicelli, attigua alla Darsena Europa per consentire alle aziende della nautica pisana che operano sul canale dei Navicelli un adeguato sbocco a mare, senza necessariamente attraversare le porte vinciane ed entrare nel porto di Livorno.

«L’importanza commerciale e industriale della Piattaforma Europa – ha spiegato Guerrieri – non ha bisogno di essere illustrata perché avrà ricadute occupazionali di enorme rilevanza non solo per la realtà livornese, ma per tutta la Toscana. Detto questo abbiamo avuto e avremo ancora la massima attenzione all’ambiente e già ora gli studi fatti ci dicono che è gestibile e già nella procedura di gara abbiamo inserito le migliorie indicate dalla commissione che dovrà valutarne l’impatto ambientale. Il nostro obiettivo è realizzare questa infrastruttura e farla bene, per questo abbiamo anche pensato agli intrecci economici tra la realtà pisana e livornese». Che guardano ad un futuro vista mare, tra loro sempre più integrate.

Appendice

 

 

 

 

 

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